Una nuova tragedia del mare si è consumata al largo di Lampedusa, dove una donna incinta ha perso la vita e diversi bambini risultano dispersi dopo l’ennesimo naufragio che coinvolge migranti in fuga dalle coste nordafricane. A confermarlo è l’Unicef, che ha espresso profondo cordoglio per l’accaduto e rinnovato l’appello alla comunità internazionale per garantire corridoi umanitari sicuri e politiche di accoglienza più efficaci. Secondo le prime ricostruzioni, il naufragio è avvenuto venerdì mattina, in area Sar maltese, a circa 50 miglia a sud-est di Lampedusa. L’imbarcazione, una piccola barca in vetroresina, si sarebbe capovolta dopo due giorni di navigazione in condizioni meteo sempre più difficili. A bordo, riferiscono i superstiti, si trovavano circa 35 persone, partite dalla città libica di Al Khums, uno dei principali punti di partenza dei barconi diretti verso l’Europa. La Guardia costiera italiana, intervenuta insieme ad assetti maltesi, è riuscita a trarre in salvo undici persone, tra cui quattro bambini non accompagnati, tutti in evidente stato di choc e disidratazione. I naufraghi sono stati trasferiti a Lampedusa, dove hanno ricevuto le prime cure mediche presso il poliambulatorio dell’isola. Tra i soccorsi, purtroppo, anche il corpo senza vita di una giovane donna incinta, unica vittima finora recuperata. Secondo le testimonianze raccolte dagli operatori dell’Unhcr e dell’Oim, a bordo c’erano diverse famiglie con bambini piccoli, molti dei quali risultano tuttora dispersi in mare. Le ricerche, rese complesse dal mare mosso e dal vento di scirocco, proseguono senza sosta con il supporto di unità navali e aeree italiane e maltesi. L’Unicef, in una nota, ha espresso “profonda tristezza e indignazione” per l’ennesima perdita di vite umane nel Mediterraneo, ricordando che centinaia di minori hanno già perso la vita dall’inizio dell’anno lungo la rotta tra Libia e Italia. “Questa tragedia – sottolinea l’organizzazione – dimostra ancora una volta quanto sia urgente rafforzare le operazioni di ricerca e soccorso e garantire vie sicure e legali per i bambini e le famiglie in fuga da guerre, povertà e persecuzioni”. Mentre il mare restituisce frammenti di speranza e disperazione, l’isola di Lampedusa torna a essere, ancora una volta, il simbolo delle contraddizioni europee e del prezzo altissimo pagato da chi tenta di attraversare il Mediterraneo per inseguire un futuro migliore.
Naufragio al largo di Lampedusa, Unicef: morta donna incinta, dispersi bimbi






