Un colpo che ha dell’incredibile, uno di quelli destinati a entrare nella storia del crimine internazionale. Il furto messo a segno domenica scorsa al Museo del Louvre ha lasciato attonita la Francia e il mondo intero: otto gioielli della Corona di Francia sono stati sottratti dai ladri in un’operazione studiata nei minimi dettagli. La procuratrice di Parigi, Laure Beccuau, ha reso noto oggi l’ammontare stimato del danno economico: 88 milioni di euro, una cifra che, pur straordinaria, «non rende minimamente l’idea del valore storico e simbolico dei pezzi rubati». L’annuncio è arrivato durante un’intervista concessa all’emittente RTL, nella quale Beccuau ha spiegato che la stima è stata calcolata dal curatore del museo, basandosi sul mercato internazionale dei preziosi. Secondo la magistrata, il furto non avrebbe alcuna finalità di lucro immediato: «I responsabili non potranno mai ricavare quella cifra – ha detto –. Se avessero la pessima idea di fondere i gioielli, distruggerebbero non solo oggetti di inestimabile valore artistico, ma anche un frammento della memoria della Francia». Il colpo è avvenuto nel pieno del giorno, domenica, quando il Louvre era regolarmente aperto ai visitatori. Stando alle prime ricostruzioni, i ladri sarebbero riusciti a eludere i sofisticati sistemi di sicurezza del museo, forse grazie a un piano meticolosamente preparato e all’ausilio di conoscenze tecniche interne. Le telecamere avrebbero ripreso alcuni movimenti sospetti, ma le immagini – secondo fonti investigative – sarebbero «di difficile interpretazione» per via delle numerose presenze nei corridoi del museo. I gioielli trafugati, parte della collezione dei Tesori della Corona di Francia, comprendono diamanti, zaffiri e smeraldi appartenuti a sovrani come Luigi XIV e Napoleone III. Si tratta di un patrimonio non solo economico ma anche identitario, esposto da anni in una delle sale più visitate del Louvre. La polizia giudiziaria francese sta lavorando a ritmo serrato, con la collaborazione dell’Interpol e di altre agenzie europee specializzate in furti d’arte. Gli inquirenti non escludono la pista di un furto su commissione, destinato a collezionisti privati del mercato nero internazionale. Intanto, il Louvre ha rafforzato ulteriormente i controlli di sicurezza e chiuso temporaneamente l’ala interessata dal furto. «È un colpo al cuore della nostra storia», ha dichiarato un portavoce del museo, «ma confidiamo nel lavoro delle autorità e nel fatto che questi capolavori possano presto tornare a casa». Un furto che, per audacia e clamore, riporta alla mente le imprese cinematografiche dei grandi ladri gentiluomini. Ma dietro la leggenda, resta una ferita profonda nel patrimonio culturale della Francia.
Furto al Louvre: procuratrice Parigi, il ‘bottino’ ammonta a 88 milioni






