Il Quarticciolo è di nuovo una polveriera. Un quartiere che da mesi vive sospeso tra silenzi, paura e fuoco incrociato, dove la nuova generazione di “soldati” dello spaccio tenta di emanciparsi dai vecchi boss e di mettersi in proprio. Il risultato è un equilibrio fragile, rotto da sparatorie, pestaggi e intimidazioni che stanno ridisegnando la geografia criminale di una delle piazze di droga più redditizie della Capitale. Secondo quanto emerso dalle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia e dalle attività investigative della Polizia di Stato, l’area del Quarticciolo è diventata teatro di una vera e propria guerra di successione. Giovani spacciatori, spesso cresciuti nelle stesse strade dove i vecchi capi facevano affari, hanno deciso di tagliare i ponti con le vecchie famiglie per gestire autonomamente il traffico di crack e cocaina, sostanze che continuano a rappresentare un business da milioni di euro. Negli ultimi mesi, la tensione è esplosa in una serie di episodi violenti, culminati in colpi d’arma da fuoco esplosi tra le strade del quartiere, agguati mirati e vere e proprie spedizioni punitive. Alcuni di questi scontri hanno coinvolto anche giovani di origine magrebina, entrati nel giro della distribuzione, mentre vecchi “padroni del territorio” tentano di mantenere il controllo dei punti di spaccio più strategici. “È cambiato tutto – racconta un residente a RomaToday –. Non ci sono più le vecchie regole. Questi ragazzi non hanno paura di nessuno, né della polizia né dei boss di prima. Vogliono i soldi subito e per questo sono pronti a tutto”. Dietro l’apparente anarchia, però, si cela un processo di riorganizzazione criminale. I nuovi gruppi si muovono con dinamiche diverse: meno gerarchiche, più fluide, spesso legate da rapporti personali o familiari. E la disponibilità di armi e droga non sembra mai mancare, grazie a una rete di approvvigionamento che si estende fino alla Campania e alla costa adriatica. Gli investigatori monitorano con attenzione ogni mossa, consapevoli che un nuovo assetto potrebbe significare nuovi equilibri di potere, ma anche nuove esplosioni di violenza. Nel frattempo, il Quarticciolo resta un quartiere sotto pressione: un territorio dove il confine tra legalità e criminalità è sempre più sottile, e dove una generazione cresciuta tra le ombre sta cercando di scrivere il proprio nome nella mappa dello spaccio romano, a colpi di crack, armi e ambizione.






