venerdì, Novembre 7, 2025

La scuola che si svuota: la mappa dei quartieri di Roma dove i ragazzi abbandonano i banchi

I ragazzi sono in giro. Non a scuola, ma per le strade, nei parchi o nei centri commerciali. È il volto silenzioso e preoccupante della dispersione scolastica, un fenomeno che nella Capitale assume contorni sempre più complessi e disomogenei da quartiere a quartiere. Secondo gli ultimi dati del Ministero dell’Istruzione e del Comune di Roma, il tasso di abbandono scolastico supera in media il 13%, ma in alcune aree periferiche arriva a toccare punte del 20-25%. I municipi più colpiti sono quelli della periferia Est e Sud della città: Tor Bella Monaca, Torre Angela, San Basilio, Corviale, Laurentino 38 e Ostia Ponente. Quartieri dove la povertà educativa si intreccia con il disagio sociale, le famiglie fragili e la mancanza di spazi aggregativi. Molti ragazzi lasciano la scuola già alle medie, altri frequentano a singhiozzo gli istituti professionali o i centri di formazione. A volte è la difficoltà economica, altre la disillusione o l’assenza di prospettive a spingerli fuori dai banchi. «Ci sono intere classi dove un terzo degli studenti sparisce entro la fine dell’anno – racconta un insegnante di Tor Sapienza –. Ragazzi che smettono di venire, senza che nessuno riesca davvero a riportarli dentro». Negli ultimi anni il Campidoglio ha avviato diversi progetti di contrasto alla dispersione, in collaborazione con le scuole e le associazioni del terzo settore: sportelli psicologici, doposcuola gratuiti, percorsi di formazione alternativa e tutoraggio familiare. Tuttavia, i fondi restano spesso insufficienti e discontinui. «Non bastano le buone intenzioni – sottolinea una dirigente scolastica del Municipio VIII –. Serve una rete vera tra Comune, scuole e servizi sociali, capace di intercettare i ragazzi prima che si allontanino del tutto». La dispersione scolastica non è solo un numero, ma il sintomo di una città che in alcune zone lascia indietro i suoi giovani. E mentre gli adulti discutono di riforme, i ragazzi – quelli che la scuola non riesce più a trattenere – sono ancora lì, in giro per Roma, cercando un posto dove sentirsi parte di qualcosa.

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