sabato, Novembre 1, 2025

Allarme tra i giovanissimi a Roma: boom di clamidia, Hiv e gonorrea

Roma si trova di fronte a un’emergenza sanitaria silenziosa ma sempre più preoccupante: cresce in modo esponenziale il numero di adolescenti colpiti da malattie sessualmente trasmissibili come clamidia, gonorrea, sifilide e Hiv. A lanciare l’allarme sono i medici dei centri specializzati e delle strutture pubbliche della Capitale, che segnalano un aumento significativo dei casi tra i minorenni, in particolare nella fascia tra i 12 e i 17 anni. Sesso precoce, assenza quasi totale di protezioni e abuso di alcol e droghe: è questa la combinazione che sta facendo impennare i contagi tra i più giovani. “Riceviamo ragazze di 13 o 14 anni con infezioni sessualmente trasmissibili e ragazzi che dichiarano di non aver mai usato un preservativo – spiega un’operatrice sanitaria del Sant’Andrea –. Il dato più inquietante è che spesso non hanno piena consapevolezza dei rischi che corrono”. Secondo gli ultimi dati raccolti dalle strutture sanitarie romane, la clamidia risulta oggi la più diffusa tra le infezioni, seguita da gonorrea e sifilide. Ma a preoccupare maggiormente è la crescita dei casi di Hiv, soprattutto tra gli adolescenti maschi che praticano sesso non protetto, spesso sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Gli esperti parlano di una generazione più disinibita, ma meno informata. “I social, la pornografia online e la mancanza di una reale educazione affettiva e sessuale nelle scuole stanno creando un cortocircuito culturale – sottolinea uno psicologo del Consultorio Giovani di via Silveri –. I ragazzi sperimentano presto, ma senza strumenti di consapevolezza né modelli positivi di riferimento”. Molti dei casi segnalati arrivano nei pronto soccorso solo quando la situazione è già avanzata. Spesso i genitori ignorano tutto, e le diagnosi vengono fatte per caso, in seguito a controlli ginecologici o test richiesti in anonimato. “C’è ancora molta vergogna nel chiedere aiuto – aggiunge la dottoressa – e questo contribuisce a diffondere le infezioni in silenzio”. Le associazioni e gli operatori che lavorano nei centri giovanili chiedono ora campagne mirate di prevenzione e informazione. “Parlare di sesso sicuro e affettività non è un tabù, ma una necessità – dicono –. Servono spazi d’ascolto, formazione e percorsi di educazione sanitaria dentro e fuori le scuole”. Dietro i numeri, però, ci sono storie di fragilità e solitudine. Ragazzi che cercano attenzione, amore o appartenenza, ma trovano solo esperienze rischiose e spesso traumatiche. Un fenomeno che, se non affrontato con coraggio e competenza, rischia di diventare una vera emergenza sociale oltre che sanitaria.

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