domenica, Novembre 16, 2025

Stop al processo per la morte di Giulio Regeni: “Non manifestamente infondata” una delle eccezioni”

È stato sospeso il processo per il sequestro e l’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore friulano rapito, torturato e ucciso al Cairo nel febbraio del 2016. La Prima Corte d’Assise di Roma, dopo aver sciolto la riserva, ha accolto la questione di legittimità costituzionale sollevata dai difensori dei quattro agenti dei servizi segreti egiziani imputati nel procedimento. La decisione porta a un nuovo stop in una vicenda giudiziaria che, da anni, rappresenta una ferita aperta nella ricerca della verità e della giustizia per la famiglia Regeni e per l’Italia intera. Al centro della questione c’è il diritto di difesa degli imputati e, in particolare, la presunta violazione del principio di uguaglianza davanti alla legge in relazione al gratuito patrocinio. Secondo la difesa, infatti, agli imputati – formalmente assenti ma di fatto irreperibili – sarebbe stato negato il diritto alla nomina di consulenti tecnici, limitando così le garanzie difensive previste dal nostro ordinamento. La Corte, ritenendo la questione “non manifestamente infondata” e “rilevante” ai fini della decisione del processo, ha disposto l’immediata trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale. In attesa del giudizio della Consulta, il procedimento resta quindi sospeso. Tra i primi a commentare la decisione, l’avvocato Tranquillino Sarno, difensore di uno degli imputati, che all’Adnkronos ha espresso soddisfazione: “La Corte Costituzionale, nella sua prima sentenza, ha creato la figura dell’imputato formalmente assente ma nei fatti irreperibile. Ciò ha comportato una stortura del sistema che su questo, come su molti altri aspetti, non può che sollevare sospetti di violazione del diritto di difesa.” Il penalista ha poi aggiunto che la questione va oltre il caso specifico: “Si pensi, ad esempio, all’impossibilità – in caso di condanna – di presentare impugnazione ai sensi delle modifiche legislative introdotte con la riforma Cartabia.” Con questa nuova sospensione, il processo Regeni – già segnato da anni di complessità procedurali, diplomatiche e giuridiche – entra in una fase di ulteriore incertezza. La parola ora passa alla Consulta, che sarà chiamata a esprimersi su un punto chiave del diritto processuale: come garantire, anche in casi eccezionali come questo, il rispetto pieno dei principi costituzionali e delle garanzie difensive, senza vanificare l’esigenza di giustizia per una delle pagine più dolorose della storia recente italiana.

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