sabato, Novembre 22, 2025

Droni Usa sorvolano Gaza per monitorare il cessate il fuoco. Rubio ottimista su tregua

Marco Rubio è ottimista riguardo all’imminente dispiegamento di una forza internazionale a Gaza.Il Segretario di Stato americano e’ l’ultimo di una serie di alti funzionari statunitensi a visitare Israele, dopo Steve Witkoff, il genero del Presidente Donald Trump Jared Kushner e il vicepresidente J.D. Vance. Washington sta schierando i pesi massimi dell’amministrazione Trump per consolidare il fragile cessate il fuoco in vigore dal 10 ottobre nella Striscia di Gaza. Al suo arrivo, ieri, Rubio si e’ detto ottimista sulla tenuta del cessate il fuoco e oggi ha assicurato che “molti Paesi” si sono “offerti” di partecipare alla Forza Internazionale di Stabilizzazione (Isf), che, in base al piano Trump, verrà dispiegata nel territorio palestinese per supervisionare la sicurezza durante il ritiro dell’esercito israeliano.”Dovranno essere persone o Paesi con cui Israele si senta a suo agio”, ha avvertito Rubio, aggiungendo che Tel Aviv avrebbe  comunque diritto di veto sulla composizione della forza e potrebbe, in particolare, opporsi alla partecipazione della Turchia. Intanto i principali movimenti palestinesi, tra cui Hamas, hanno annunciato di aver concordato di affidare  temporaneamente la gestione della Striscia di Gaza a un comitato indipendente di tecnocrati. Secondo il documento  pubblicato sul sito web di Hamas, si è concordato di istituire un “comitato palestinese temporaneo composto da residenti tecnocratici indipendenti  responsabile della gestione degli affari della vita e dei servizi essenziali”. Questa proposta differisce da quella del piano Trump, che prevede anch’esso un comitato “tecnocratico”, ma impone una “supervisione” internazionale attraverso un “comitato per la pace” presieduto dallo stesso Trump. I palestinesi, da parte loro, fanno riferimento a un comitato “composto da residenti indipendenti” che lavorerebbe in “cooperazione con i fratelli arabi e le istituzioni internazionali”, senza menzionare il “comitato per la pace”. Oltre al dispiegamento delle Forze di  Sicurezza israeliane e all’istituzione di un’autorità di transizione, le fasi successive del piano Trump includono un ulteriore  ritiro israeliano da Gaza, il disarmo di Hamas e la ricostruzione del territorio. Il movimento islamista palestinese ha  accettato di rinunciare al governo del territorio, ma finora si è rifiutato di prendere in considerazione l’ipotesi di disarmarsi. Le forze israeliane si sono ritirate da diverse aree di Gaza, ma controllano ancora circa metà del territorio.Un generale italiano e’ arrivato ieri a Kiryat Gat (vicino Ashdod) con uno staff per affrontare il tema della pianificazione iniziale del Cmcc (Civil Military Coordination Committee). Lo si apprende da fonti informate. Il Comitato e’ stato costituito su iniziativa americana per creare in Israele le strutture che saranno chiamate a governare la stabilizzazione e poi la ricostruzione di Gaza. Droni statunitensi sorvolano la Striscia di Gaza per assicurarsi che Israele e Hamas rispettino il cessate il fuoco. Lo riferisce il New York Times citando fonti militari israeliane e americane. Secondo il quotidiano l’operazione legata ai voli di sorveglianza sembrerebbe indicare la volontà degli Stati Uniti di verificare in modo indipendente la situazione nella Striscia. In questa fase si tratta di un organismo prevalentemente militare con il quale stanno gia’ operando diplomatici dell’ambasciata d’Italia a Tel Aviv e del consolato a Gerusalemme. Gli Stati Uniti hanno preso l’iniziativa di chiedere ai Paesi partner di rafforzare la presenza civile e diplomatica nella struttura per affrontare le questioni relative alla sicurezza, ma anche considerare da subito le varie emergenze che porra’ la gestione di Gaza nei prossimi mesi. Nel frattempo si e’ conclusa la prima missione in Giordania del coordinatore per Gaza ambasciatore Bruno Archi e del gruppo di funzionari di vari ministeri. Il lavoro proseguira’ anche a Roma per coordinare con agenzie italiane e con le istituzioni europee gli interventi e la cadenza delle operazioni da intraprendere. Da quando il cessate il fuoco è entrato in vigore, il 10 ottobre, a Gaza sono stati aperti venti nuovi centri di distribuzione  alimentare. Lo ha detto l’Onu. In totale, ha aggiunto il portavoce, sono saliti a 150 i centri attivi in tutta la Striscia.  Questa   settimana, ha ricordato l’Onu, “i partner che lavorano nel settore della nutrizione hanno inviato alimenti terapeutici  sufficienti per curare oltre 1.200 bambini affetti da malnutrizione acuta, nonché più di 32 mila vasetti di pappe per bambini,  destinati a migliorare la dieta per due settimane di circa 760 neonati e bambini piccoli”. 

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