Sono 104 i morti, tra cui 46 bambinie 20 donne, nei raid aerei di Israele della notte scorsa sulla Striscia di Gaza. Lo riferiscono fonti locali. I feriti sono 253, tra cui 78 bambini e 84 donne. L’Idf ha confermato in una dichiarazione di aver effettuato un “attacco mirato” contro un deposito di armi nel nord della Striscia, con l’obiettivo di “eliminare una minaccia terroristica”. “Poco fa, l’esercito ha condotto un attacco mirato nella zona di Beit Lahia, nella Striscia di Gaza settentrionale, prendendo di mira un’infrastruttura terroristica dove erano immagazzinati armi e mezzi aerei destinati a un imminente attacco terroristico contro i soldati e lo Stato di Israele” si legge. “Le truppe dell’Idf nel Comando meridionale restano schierate in base all’accordo di cessate il fuoco e continuano a rimuovere le minacce immediate” aggiunge l’esercito. In precedenza, l’esercito israeliano aveva annunciato il ritorno al cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, in vigore dal 10 ottobre, dopo aver condotto una serie di attacchi contro “decine” di obiettivi, in risposta agli spari che ieri avevano ucciso un soldato. Prima della sua partenza per Giordania, Libano e Bahrein, il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha dichiarato che il Medioriente “si trova a un punto di svolta”. Dopo l’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas, ha detto il ministro, “vi è speranza per una pace duratura, sulla quale dobbiamo continuare a lavorare”. Wadephul ha definito il successo diplomatico ottenuto al Cairo “frutto di sforzi difficili e prolungati”, sottolineando che ora “tutti gli sforzi devono mirare a soddisfare le aspettative delle popolazioni della regione”. Il ministro si è detto “profondamente preoccupato” per le notizie di nuovi scontri, invitando Hamas a rispettare gli impegni presi nella prima fase dell’accordo, a deporre le armi e a restituire i resti delle vittime tra gli ostaggi. A Israele ha rivolto un appello alla moderazione militare per evitare ulteriore sofferenza. Il cosiddetto Piano in 20 punti, ha ricordato Wadephul, “indica la via per spezzare finalmente il ciclo di guerra e distruzione”. La Germania continuerà a partecipare attivamente alla sua attuazione, anche sostenendo il Centro di coordinamento civile-militare (Cmcc) guidato dagli Stati Uniti, al quale il ministero degli Esteri tedesco invierà funzionari in missione nella regione questa settimana. Durante il viaggio, Wadephul discuterà con i partner locali “come e dove la Germania potrà accompagnare e sostenere concretamente i prossimi passi”. In particolare, ha elogiato il ruolo della Giordania come “hub umanitario e mediatore costruttivo”, ricordando gli “enormi sforzi di Amman per assistere la popolazione di Gaza anche nei momenti più difficili”, e ha confermato che Berlino “continuerà a sostenere tali iniziative”. Sul Libano, il ministro ha affermato che la recente elezione di un presidente “ha posto fine alla paralisi politica di Beirut”, ma ha avvertito che “la ripresa economica richiede riforme profonde e cooperazione con il Fondo Monetario Internazionale per rilanciare il sistema finanziario”. Riguardo alla tregua tra Israele e Hezbollah, in vigore da oltre un anno, Wadephul ha ribadito che “per una pace duratura la milizia deve finalmente deporre le armi”. Wadephul ha ricordato il contributo della Germania alla missione Onu Unifil, precisando che, poiché il mandato terminerà nel 2026, “la comunità internazionale deve usare il tempo rimasto per rafforzare la capacità del Libano di garantire la propria sicurezza”. Il ministro ha inoltre elogiato il Bahrein come “costruttore di ponti e attore costruttivo nella regione” e ha ringraziato Qatar, Arabia Saudita, Turchia e altri partner regionali per la loro mediazione nel conflitto di Gaza. “Soluzioni durature si possono ottenere solo con partner strategici locali”, ha detto Wadephul, annunciando la sua partecipazione al Manama Dialogue, importante conferenza sulla sicurezza regionale che si terrà in Bahrein. l premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman al Thani, ha accusato Israele di “maltrattare e torturare” i detenuti palestinesi “È un problema che deve essere affrontato. Israele dovrebbe essere ritenuto responsabile di ciò che sta accadendo nelle sue prigioni con i palestinesi”, ha detto partecipando a New York a un conferenza del Council on Foreign Relations, ripresa da Times of Israel. “Non so se qualcuno di voi qui guarda i video che il ministro Ben Gvir sta girando sui prigionieri laggiù. È davvero disumano e penso che questo non dovrebbe mai essere accettabile per nessuno nel mondo di oggi”, ha aggiunto riferendosi al ministro ultranazionalista della Sicurezza nazionale del governo di Benyamin Netanyahu. Quanto alle violazioni del cessate il fuoco, di cui è uno dei mediatori, il premier qatarino si aspetta che la tregua regga:”Fortunatamente, penso che entrambe le parti riconoscano che il cessate il fuoco debba essere rispettato e debbano attenersi all’accordo”, ha detto citato da Afp. Mostrandosi prudente, al Thani non ha accusato Israele di aver violato il cessate il fuoco e ha puntato il dito contro l’attacco di Hamas in cui è morto un soldato israeliano ieri nella Striscia. “Si tratta essenzialmente di una violazione da parte dei palestinesi”, ha dichiarato
Cessate il fuoco sempre più precario, nuovo raid dell’Idf, oltre cento morti: “Colpita una minaccia imminente”






