Il presidente Mattarella è intervenuto alla riunione del Consiglio direttivo della Bce a Firenze. Una due giorni, sotto la presidenza di Christine Lagarde, con al centro politica monetaria europea. “L’euro – insieme alla Banca Centrale Europea che ne tutela la stabilità – è uno dei simboli più tangibili e avanzati del processo di integrazione del nostro continente avviato quasi settanta anni fa, con i Trattati di Roma. Il passaggio alla moneta unica – oltre venticinque anni addietro – rappresentò un grande e decisivo passo in avanti, frutto di coraggio e di visione” ha subito sottolineato il capo dello Stato. “Oggi non possono esservi dubbi che quel coraggio e quella visione siano stati premiati. Ne sono consapevoli i cittadini dei Paesi europei che vi hanno aderito, hanno visto tutelato il potere di acquisto dei loro redditi e dei loro risparmi. Lo avvertono le rispettive economie, in grado contare su una valuta affidabile e riconosciuta a livello internazionale”. “La Bce ha assolto con successo il proprio mandato, anche nei momenti difficili, operando con indipendenza, con senso di responsabilità, con riconosciuta integrità, al servizio dei cittadini europei” ha detto rivolgendosi poi alla presidente della Bce, Christine Lagarde: “Desidero esprimere convinto apprezzamento a Lei, Presidente Lagarde, e a tutti i membri del Consiglio direttivo per la grande competenza e la determinazione con cui avete affrontato, negli ultimi anni, sfide di complessità straordinaria : la pandemia, lo shock energetico seguito alla sciagurata aggressione russa all’Ucraina, il repentino rialzo dell’inflazione, oggi riassorbito”. “L’Europa ha compiuto passi importanti in questi anni, ma essi appaiono oggi insufficienti rispetto alla portata dei mutamenti in atto. Permane quella che un mio illustre predecessore, Carlo Azeglio Ciampi, definì una condizione di ‘zoppìa’ dell’Unione: l’evidente asimmetria tra la moneta unica e una politica economica e fiscale ancora frammentata. La Bce, unica tra le grandi banche centrali, opera in un contesto in cui agiscono 20 diversi Stati, presto 21, con altrettante politiche di bilancio, normative non pienamente armonizzate e mercati finanziari tuttora confinati in ambiti nazionali. Persistono difficoltà nel mettere a fattor comune le iniziative su materie strategiche come le politiche estera e di difesa; così come gli investimenti in infrastrutture e innovazioni. La carenza di un’azione comune adeguata indebolisce tutti: si traduce in una minore capacità di rispondere alle necessità dei cittadini e in una progressiva perdita di rilevanza sul piano internazionale. Non possiamo permettercelo”. “Il mondo è profondamente cambiato da quando la BCE ha iniziato a operare, nel 1998, succedendo all’Istituto Monetario Europeo. Oggi siamo di fronte a trasformazioni che trent’anni fa sarebbero state impensabili. L’emergere di nuove potenze globali, i conflitti, le tensioni geopolitiche e, più recentemente, le dispute commerciali, stanno scuotendo l’ordine internazionale, così come il tentativo di minare la tenuta del prezioso sistema multilaterale che, pazientemente disegnato e consolidato dopo la seconda guerra mondiale, ha consentito di affrontare e sovente risolvere numerose crisi. Sistema che va rielaborato per adeguarlo alle mutate condizioni sviluppatesi nel mondo in questi ottanta anni ma va assolutamente salvaguardato”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo alla riunione del Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea, in corso a Palazzo Corsini a Firenze. “Pochi possono eguagliare il suo straordinario percorso e la sua costante dedizione al benessere del popolo italiano”, e “in un momento in cui la fiducia in tutta Europa è messa alla prova, la fiducia in lei ha continuato a crescere”. Così la presidente della Bce Christine Lagarde. “Parlare davanti a un servitore dello Stato di tale levatura può far aumentare il timore di essere all’altezza della situazione e dar voce alle sfide che l’Europa si trova ad affrontare”, ha detto Lagarde a Mattarella.






