sabato, Novembre 1, 2025

Settevene Palo Nuova, incivili senza freni: rifiuti abbandonati anche dopo le fototrappole

Neanche le fototrappole installate da Città Metropolitana bastano a fermare l’inciviltà lungo la Settevene Palo Nuova, dove l’ennesima discarica abusiva è comparsa a pochi giorni dalla bonifica dell’area. Sacchetti dell’immondizia, elettrodomestici rotti, scarti di lavorazioni e vecchi mobili: un panorama di degrado che offende non solo l’ambiente, ma anche il lavoro delle istituzioni e il senso civico dei cittadini. Un vero e proprio affronto a chi si impegna per la tutela del territorio, messo in atto – con ogni probabilità – da automobilisti incappucciati e in azione di notte, per evitare di essere immortalati dai dispositivi di sorveglianza. Nonostante le telecamere di controllo e le multe previste per chi abbandona rifiuti, il fenomeno non accenna a diminuire. Gli operatori comunali avevano da poco completato la pulizia dell’area, con interventi costosi a carico della collettività, ma in pochi giorni il tratto di strada si è nuovamente trasformato in un deposito a cielo aperto. «È inaccettabile – commentano alcuni residenti della zona – vedere la strada ridotta in queste condizioni dopo ogni bonifica. Servono controlli mirati, anche in borghese, per sorprendere questi “sporcaccioni cronici” in flagranza di reato. Non è possibile che a pagare siano sempre i cittadini rispettosi delle regole». Il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti lungo le strade provinciali rimane, purtroppo, una piaga ricorrente sul territorio, nonostante gli sforzi congiunti di Comune e Città Metropolitana per potenziare la videosorveglianza e promuovere campagne di sensibilizzazione ambientale. Nel frattempo, l’amministrazione invita i cittadini a segnalare tempestivamente episodi di abbandono illecito alle autorità competenti, ricordando che i rifiuti ingombranti possono essere conferiti gratuitamente presso le isole ecologiche comunali o ritirati a domicilio su prenotazione. Un appello al senso civico e alla responsabilità collettiva, perché – come sottolineano i volontari ambientali – “nessuna fototrappola può sostituire l’educazione e il rispetto per il bene comune”.

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