Un progetto ambizioso e dal respiro internazionale sta prendendo forma nel cuore del Lazio, dove le antiche miniere – molte delle quali a cielo aperto – potrebbero presto trasformarsi in laboratori di sperimentazione tecnologica avanzata. L’obiettivo è chiaro: non restare indietro nella corsa all’innovazione high tech, con particolare attenzione ai settori spaziale, energetico e ambientale. L’iniziativa, coordinata da un gruppo di ricercatori, enti territoriali e aziende del settore estrattivo e tecnologico, punta a valorizzare il patrimonio minerario dismesso, sfruttandone gli spazi e le infrastrutture per realizzare prototipi e testare nuove tecnologie. Tra le ipotesi allo studio figurano impianti per la produzione di energia rinnovabile in ambienti controllati, sistemi di monitoraggio del sottosuolo con sensori intelligenti e persino simulazioni di habitat spaziali per la ricerca aerospaziale. «Il Lazio possiede un potenziale unico – spiegano fonti vicine al progetto – con un tessuto geologico e industriale che si presta perfettamente a sperimentazioni di nuova generazione. Le miniere, una volta simbolo di fatica e produzione materiale, possono ora diventare motori di conoscenza e sviluppo».
La speranza è che il piano, sostenuto anche da fondi europei e regionali, possa creare una filiera di innovazione locale, attirando investimenti e professionalità. Non solo scienza, dunque, ma anche opportunità economiche e occupazionali per i territori spesso dimenticati dell’entroterra laziale. L’obiettivo finale è ambizioso: trasformare i giacimenti del passato nelle officine del futuro, unendo memoria industriale e progresso tecnologico per far sì che il Lazio giochi un ruolo da protagonista nel nuovo scenario dell’high tech, dello spazio e dell’energia sostenibile.
Caccia alle terre rare nel Lazio






