lunedì, Novembre 3, 2025

Cerenova, chiude lo sportello bancario: “Un colpo al tessuto sociale ed economico”. Paolacci: “Serve una vera politica di rilancio”

La chiusura dello sportello bancario di Cerenova accende il dibattito politico dopo la protesta dei residenti. La decisione, annunciata nei giorni scorsi, rappresenta per molti cittadini l’ennesimo segnale di un progressivo impoverimento del territorio. Tra le prime voci critiche si leva quella di Gianluca Paolacci, consigliere comunale di opposizione, che parla senza mezzi termini di “un prologo dell’impoverimento sociale” e di un problema che va oltre i confini locali. “È un servizio importante, fondamentale – commenta Paolacci – e non saprei come si farà fronte alla sua chiusura. Da parte dei cittadini la notizia è percepita come un indebolimento del tessuto produttivo. Sarà un grande disagio per molti anziani, costretti a spostarsi in auto fino a Ladispoli o Cerveteri per le operazioni bancarie più semplici”. Secondo il consigliere, la chiusura dello sportello rientra in un piano più ampio di razionalizzazione da parte degli istituti di credito, che stanno riducendo la loro presenza in molti comuni italiani. Ma a Cerenova, dove il malcontento dei residenti cresce da mesi, la notizia pesa ancora di più. Nella frazione e a Campo di Mare, infatti, i cittadini lamentano già una lunga serie di disagi: dal cantiere irrisolto di piazza Prima Rosa, fermo da mesi e fonte di continue polemiche, alla viabilità modificata per la nuova pista ciclopedonale, criticata per la riduzione dei parcheggi e per la pericolosità di alcuni incroci. Ora, la perdita di un servizio essenziale come la banca rischia di aggravare ulteriormente la percezione di abbandono. “La crisi delle piccole e medie imprese – aggiunge Paolacci – ha avuto un forte impatto sulla richiesta di crediti e fidi. Bisogna ricostruire il tessuto produttivo, partendo dai settori strategici: edilizia, agricoltura e artigianato. Nel comparto edilizio, per esempio, non si vede più una gru: eppure rappresentava il motore economico della città. È tempo che la politica cominci a pensare a cose serie”.
La chiusura dello sportello bancario, insomma, non è solo una questione logistica ma un segnale più profondo: quello di una comunità che teme di perdere, insieme ai servizi, anche parte della propria identità economica e sociale.

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