domenica, Dicembre 7, 2025

Medaglie capitoline, piccole opere d’arte che raccontano la città

È una tradizione che va avanti da oltre sessant’anni, nata dall’idea di Armando Ravaioli, ex capoufficio stampa del Comune di Roma. Le medaglie del Natale di Roma, realizzate in tirature limitate oggi solo in bronzo e all’inizio anche in oro o argento, sono piccoli condensati di memoria e arte. Non solo oggetti cari ai collezionisti ma simboli di valore culturale e documentario che in alcuni casi, – come quello della medaglia che contribuì a salvare la statua di Marco Aurelio sulla piazza del Campidoglio – sono stati anche strumenti di diplomazia che hanno inciso sulla storia della città. Sono custodite nel Medagliere dei Musei Capitolini, a Palazzo dei Conservatori, insieme alle preziose collezioni numismatiche e di gioielleria. La prima medaglia vide la luce nel 1964, per celebrare il centenario della morte di Giuseppe Gioachino Belli. L’uso delle onorificenze capitoline, però, è stato formalizzato solo nel 2021, con l’approvazione del Regolamento delle Onorificenze Capitoline da parte dell’Assemblea Capitolina, dove si è stabilito che l’Encomio è accompagnato dalla consegna della medaglia celebrativa del Natale di Roma. Ogni 21 aprile, giorno della fondazione della città, viene così presentata la nuova edizione della medaglia. Il dritto cambia di anno in anno, mentre il rovescio – dal 1992 – ripropone spesso per più annate gli stessi bozzetti: la piazza del Campidoglio e i suoi palazzi simbolo della municipalità romana. La prima medaglia, disegnata da Goffredo Verginelli, venne consegnata all’allora presidente del Consiglio Aldo Moro e all’ex presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, durante una cerimonia solenne nella Sala Orazi e Curiazi di Palazzo dei Conservatori, dove pochi anni prima erano stati firmati i Trattati di Roma. Un evento che nel 1977, a distanza quindi di vent’anni dalla firma, venne ricordato nella medaglia firmata da Lorenzo Guerrini, uno dei primi artisti a concepirla in stile astratto e plastico, trasformandola medaglia in una vera e propria mini-scultura. L’anno successivo fu la volta di Arnaldo Pomodoro, che creò una medaglia commemorativa per celebrare la fondazione e l’archeologia nel Lazio. Tra le geometrie irregolari che caratterizzano la sua opera, si nasconde anche la sua firma. Facciamo un passo indietro al 1965, con una piccola opera d’arte firmata da Pericle Fazzini, lo “scultore del vento” di Giuseppe Ungaretti. La sua medaglia è dedicata a Michelangelo e giocata sul gusto per il “non finito”.

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