venerdì, Novembre 7, 2025

Israele bombarda in Libano, l’Unifil: “Violate le risoluzioni ONU”. Tel Aviv: “Hezbollah non disarma”

Le Nazioni Unite hanno dichiarato che a Gaza continuano ogni giorno “detonazioni di edifici residenziali in diverse aree dove l’esercito israeliano è ancora dispiegato, in particolare a est di Khan Younis, a est di Gaza e a Rafah”. “Vengono inoltre riportati – ha aggiunto il portavoce, Farhan Haq – continui attacchi militari israeliani nei pressi o a est della cosiddetta ‘Linea Gialla’, che hanno provocato vittime, soprattutto nella città di Gaza e nei governatorati di Deir al Balah e Khan Younis”. Il presidente USA Donald Trump ha detto che una forza di stabilizzazione internazionale sarà dispiegata “molto presto” a Gaza, il giorno dopo che gli Stati Uniti hanno annunciato una bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite volta a sostenere il piano di pace del presidente americano. “Molto presto, accadrà molto presto. E a Gaza sta andando bene”, ha assicurato Trump rispondendo alla domanda di un giornalista sull’annunciato dispiegamento di una forza di stabilizzazione nel territorio palestinese, che continua ad affrontare una precaria situazione umanitaria a quasi un mese dall’entrata in vigore della tregua tra Israele e Hamas. Per Trump, “Hamas è una parte molto piccola del conflitto, una parte molto, molto piccola”. Durante una sessione di domande e risposte durante una cena alla Casa Bianca con i leader dei Paesi dell’Asia centrale, Trump ha ribadito che “Se non faranno quello che hanno promesso, se non si comporteranno bene, allora avranno un grosso problema, un problema davvero grande, come non ne hanno mai avuti prima”. Trump ha sostenuto che la tregua a Gaza sta tenendo e ha sottolineato che gli accordi finora sono stati “rispettati”, osservando che la situazione si sta evolvendo positivamente. Secondo il presidente, diversi Paesi si sono offerti di partecipare alla forza internazionale di stabilizzazione a Gaza, che opererà nell’ambito di un quadro di cooperazione coordinato con le Nazioni Unite. “Il Kazakistan è il primo Paese del mio secondo mandato ad aderire agli Accordi di Abramo, il primo di molti. Questo è un importante passo avanti nella costruzione di ponti in tutto il mondo”. Lo annuncia sul social Truth il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha preso parte a “una telefonata importante tra il primo ministro Benjamin Netanyahu, di Israele, e il presidente Kassym-Jomart Tokayev, del Kazakistan”. “Oggi, sempre più nazioni si stanno schierando per abbracciare la pace e la prosperità attraverso i miei Accordi di Abramo. Presto annunceremo una cerimonia di firma per ufficializzarla, e molti altri Paesi stanno cercando di unirsi a questo club della forza. C’è ancora molto da fare nell’unire i Paesi per la stabilità e la crescita: vero progresso, veri risultati. Benedetti i costruttori di pace!”, aggiunge Trump che ha ricevuto alla Casa Bianca i leader dell’Asia centrale. L’Unifil, la Forza di interposizione delle Nazioni Unite in Libano, ha lanciato un appello urgente a Israele affinché ponga fine immediatamente ai suoi attacchi nel sud del Libano, dopo l’intensificarsi dei bombardamenti su diverse località della regione. In una dichiarazione ufficiale, la missione Onu ha ricordato che le operazioni israeliane violano la Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza, che pose fine al conflitto del 2006 tra Hezbollah e Israele e affidò ai caschi blu il compito di monitorare la situazione nell’area. “Gli attacchi arrivano mentre le Forze armate libanesi stanno conducendo operazioni per controllare le armi non autorizzate e le infrastrutture a sud del Litani – ha spiegato Unifil – Qualsiasi azione militare, soprattutto su una scala così distruttiva, minaccia la sicurezza dei civili e compromette i progressi verso una soluzione politica e diplomatica”. L’Unifil ha infine esortato anche gli attori libanesi “a evitare qualsiasi risposta che possa alimentare ulteriormente la tensione”. Il movimento libanese Hezbollah ha sollecitato le autorità del Libano a unire le forze per fermare l’aggressione israeliana, invece di intraprendere negoziati che, a suo avviso, potrebbero portare a condizioni sfavorevoli per Beirut. “Il momento attuale richiede di unire gli sforzi per fermare le violazioni, l’aggressione e l’offensiva sionista contro il nostro Paese e per garantirne la sicurezza. Promettiamo al nostro popolo che preserveremo la dignità e difenderemo la verità, proteggendo la nostra terra e la nostra gente”, ha dichiarato Hezbollah in una lettera aperta indirizzata al presidente del Libano, al presidente del parlamento e al primo ministro. La lettera ha aggiunto che gli Stati Uniti stanno cercando di esercitare pressioni su Beirut nell’interesse di Israele, con l’obiettivo di disarmare completamente Hezbollah nel quadro della decisione libanese di mantenere le armi solo nelle mani dell’esercito. Tuttavia, secondo Hezbollah, l’accordo di cessate il fuoco del 27 novembre 2024 prevede la demilitarizzazione soltanto del sud del Paese, a condizione che Israele interrompa i suoi attacchi. “Il nemico sionista non prende di mira solo Hezbollah, ma l’intero Libano. L’obiettivo è privare il Paese della capacità di resistere ai ricatti politici e imporre la propria agenda e i propri interessi nella regione. Per respingere questa minaccia è necessaria una posizione nazionale unita e ferma, capace di difendere la sovranità e la dignità del Paese”, si legge ancora nella lettera.

Articoli correlati

 

Ultimi articoli