sabato, Novembre 8, 2025

È morto James Watson, il premio Nobel che ha scoperto la struttura del Dna

James Dewey Watson, lo scienziato americano che ha rivoluzionato la biologia moderna con la scoperta della struttura a doppia elica del DNA, è morto all’età di 97 anni. La notizia è stata confermata dal Cold Spring Harbor Laboratory (CSHL), l’istituto di ricerca newyorkese con cui Watson ha collaborato per decenni. Il decesso è avvenuto in un hospice nello Stato di New York, dove era stato trasferito la settimana scorsa dopo un ricovero ospedaliero per un’infezione. Nato a Chicago l’8 aprile 1928, Watson era un enfant prodige della scienza. Laureatosi a 19 anni all’Università di Chicago e dottoratosi a 22 anni all’Università dell’Indiana, nel 1951 arrivò al Cavendish Laboratory di Cambridge, dove incontrò Francis Crick. Insieme, ispirati dai dati cristallografici di Rosalind Franklin e Maurice Wilkins, i due pubblicarono il 25 aprile 1953 sulla rivista Nature il modello della doppia elica del DNA: una struttura a scala attorcigliata composta da due filamenti complementari uniti da legami a idrogeno tra le basi azotate (adenina-timina, guanina-citosina). Questa intuizione – premiata con il Nobel per la Medicina nel 1962, condiviso con Crick e Wilkins – ha gettato le basi della genetica molecolare. Ha permesso di comprendere come il DNA si replichi, trascriva le informazioni genetiche in RNA e sintetizzi proteine, aprendo la strada a biotecnologie, terapie geniche e al Progetto Genoma Umano, che Watson diresse dal 1990 al 1992 presso i National Institutes of Health (NIH). Dopo Cambridge, Watson insegnò a Harvard (1956-1976) e dal 1968 diresse il CSHL, trasformandolo in un polo mondiale di ricerca sul cancro e la neuroscienza. Sotto la sua guida, il laboratorio ha ospitato 8 premi Nobel. Autore del bestseller La doppia elica (1968), un racconto controverso e autocelebrativo della scoperta, Watson ha influenzato generazioni di scienziati. Negli ultimi decenni, la figura di Watson è stata offuscata da dichiarazioni considerate razziste e pseudoscientifiche. Nel 2007, in un’intervista al Sunday Times, affermò che “tutte le nostre politiche sociali sono basate sul fatto che la loro intelligenza sia uguale alla nostra, mentre tutti i test dicono che non lo è”, riferendosi alle popolazioni africane. Le reazioni furono immediate: il CSHL lo rimosse da ogni ruolo dirigenziale, cancelliere emerito incluso, nel 2019, dopo che Watson aveva ribadito le sue posizioni in un documentario PBS. Altre polemiche inclusero commenti sessisti (suggerì che le donne scienziate fossero una distrazione) e la messa all’asta della sua medaglia Nobel nel 2014 per finanziare la ricerca – poi riacquistata dall’imprenditore russo Alisher Usmanov e restituitagli.

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