sabato, Novembre 8, 2025

Shutdown in Usa, oltre 5mila voli cancellati o in ritardo

Oltre 5.000 voli negli Stati Uniti sono stati cancellati o ritardati ieri a causa dello shutdown. Lo riferisce la Cnn. Nel dettaglio, oltre 1.000 quelli cancellati e circa 4.100 quelli in ritardo. Colpiti in particolare i voli nazionali in 40 degli aeroporti più trafficati del paese a causa della carenza dei controllori del traffico aereo. La Federal Aviation Administration (Faa) ha avvertito che nel weekend le cancellazioni potrebbero arrivare al 20%. Gli aeroporti di Phoenix, Atlanta, Chicago, New York, San Francisco e Washington sono stati i più colpiti in termini di cancellazioni, secondo i rapporti del radar FlightAware. Il Dipartimento dei Trasporti ha segnalato che 32 torri di controllo in più di 10 città principali in tutto il paese hanno riportato una significativa carenza di personale e in otto di esse chi ha lavorato, ha dovuto gestire voli sovraccarichi e richiedere fermate a terra delle partenze per coprire la domanda di atterraggi. Il problema dei trasporti aerei ha iniziato ad aggravarsi ieri, venerdì, durante il 37esimo giorno di chiusura continuato. Milioni di americani che prevedono di volare questo mese potrebbero vedere così i loro piani annullati se il più lungo ‘shutdown’ governativo nella storia degli Stati Uniti dovesse protrarsi. Lo shutdown ha lasciato decine di migliaia di controllori di volo, personale di sicurezza aeroportuale e altri senza stipendio, causando carenza di personale. Giovedì, secondo i dati di FlightAware, oltre 6.400 voli statunitensi avevano già subito ritardi, con circa 200 cancellazioni, mentre i passeggeri hanno dovuto affrontare lunghe code ai varchi di sicurezza. Diverse importanti compagnie aeree hanno cancellato preventivamente centinaia di voli programmati per il fine settimana. Secondo il sito di monitoraggio FlightAware, oltre 750 voli interni programmati per ieri erano già stati annullati nelle ultime 24 ore, mentre American Airlines ha reso noto di aver ridotto i suoi voli “per un totale di 220 tratte”. Delta Airlines ha annunciato di aver cancellato circa 170 voli programmati per oggi, mentre la Cnn ha riferito che per la Southwest Airlines sono stati circa 100 voli. Le cancellazioni avranno un impatto sulle compagnie aeree simile a quello di una giornata di maltempo, ha dichiarato alla Cnn un funzionario della compagnia aerea: ma, a differenza di una tempesta, saranno distribuite su più città anziché su un’unica area geografica. Il Senato è stato convocato per oggi, sabato, con la speranza di uscire dallo stallo che dura da quasi 40 giorni. Tuttavia, i repubblicani hanno anticipato che non sosterranno le alternative proposte dai democratici per riaprire l’amministrazione e, in assenza di consenso, un possibile voto potrebbe fallire. Donald Trump continua a chiedere ai senatori repubblicani di abolire la regola sull’ostruzionismo (‘filibuster’) per bypassare i democratici e mettere fine allo shutdown. Il filibuster è una tattica del Senato americano per ritardare o bloccare le votazioni sulle leggi. “È ora che i senatori repubblicani la smettano di giocare con i democratici della sinistra radicale e aboliscano l’ostruzionismo. Riaprano immediatamente il nostro Paese e approvino una legge di buonsenso!”, ha scritto il presidente su Truth. Il segretario ai Trasporti degli Stati Uniti Sean Duffy ha dichiarato che il taglio dei voli potrebbe arrivare fino al 20% se lo shutdown del governo dovesse continuare. Intanto l’agenzia federale dell’aviazione ha avviato il piano di riduzione graduale fino al 10 per cento dei voli a causa della carenza di personale messa sotto stress, perché costretta a svolgere un ruolo delicato senza percepire lo stipendio. “Se lo shutdown dovesse continuare – ha spiegato Duffy – e altri controllori decidessero di non poter venire a lavorare e non poter controllare lo spazio aereo, e invece essere costretti a prendere un secondo lavoro, potreste vedere che il 10% sarebbe stato un buon numero, perché potremmo arrivare al 15% o al 20%”. Nel frattempo si sono dati malati centinaia dei circa 13 mila controllori di volo costretti a lavorare senza venire pagati. Lo shutdown significa – come spiega efficacemente dall’Ispi, Istituto per gli studi di politica internazionale, il congelamento del 27% della spesa pubblica federale. Senza l’approvazione dei fondi che servono a finanziare parte dei servizi governativi, infatti, si rischia il blocco parziale di agenzie federali e dipartimenti (come ad esempio quello della Difesa), ma anche musei, parchi pubblici e servizi di assistenza ai più fragili. In mancanza di un accordo inoltre, il Congresso è costretto a navigare a vista approvando solo i rifinanziamenti che presentino gli stessi livelli di spesa dell’anno precedente. Non è un problema nuovo, ma si verifica sempre più di frequente. E nel corso degli anni non sempre il governo è riuscito a scongiurarlo: basti pensare che dal 1975 ad oggi si sono verificati 20 shutdown, il più lungo dei quali, durante la precedente presidenza Trump, è durato 34 giorni. “Sebbene la battaglia riguardasse la spesa per il muro al confine tra Stati Uniti e Messico, proposto dal presidente, si concluse perché i controllori del traffico aereo federali, che lavoravano senza stipendio, iniziarono a rimanere a casa, minacciando di creare gravi disagi al traffico aereo statunitense. Situazioni simili, infatti, possono essere imprevedibili – spiegano dall’Ispi- E mentre entrambe le parti sembrano determinate di andare allo scontro, non si sa quando o come finirà questa battaglia i cui effetti non si fermano ai servizi e ai consumi. I mercati finanziari sono in agitazione e si rischia un aumento dei tassi di interesse sui titoli di Stato, considerati più rischiosi, e questo aggraverebbe i timori di un default entro la fine del 2025″.

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