mercoledì, Novembre 12, 2025

Sabotaggio o missile? E’ giallo sull’aereo militare turco precipitato tra Azerbaigian e Georgia

L’aereo precipita nel vuoto, girando su se stesso, mentre dalle ali si alza fumo grigio e alcune parti del velivolo si staccano dal corpo principale, scendendo in caduta libera fino al momento dello schianto. I pochi video diffusi in rete che documentano la caduta dell’aereo militare turco mostrano una zona rurale e collinosa sullo sfondo dell’esplosione provocata dall’impatto con il suolo. Lo schianto è avvenuto in Georgia a circa 5 chilometri dal confine con l’Azerbaigian, Paese dal quale il cargo militare C-130 con a bordo 20 persone era decollato per dirigersi verso la Turchia. Le autorità georgiane hanno aperto un’inchiesta sull’accaduto, ma le cause del disastro restano ancora ignote.  Nel frattempo, continuano le operazioni per recuperare le parti dell’aereo e i corpi delle persone a bordo. Anche Ankara ha inviato una squadra sul posto per partecipare alle ricerche. Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan è in contatto con le autorità georgiane fin da quando si è diffusa la notizia. Partito in mattinata da Trabzon, città turca sul Mar Nero, l’aereo era atterrato nella città azera di Ganja in tarda mattinata e, dopo poco più di due ore, era ripartito per rientrare in Turchia. Secondo i media azeri, i soldati a bordo avevano partecipato a una parata militare a Baku. Il C-130 è scomparso dai radar circa ventisette minuti dopo il decollo, poco dopo essere entrato nello spazio aereo georgiano. Secondo le autorità di Tbilisi, non è stato inviato alcun segnale di SOS che segnalasse situazioni di emergenza.  Tuttavia, secondo canali militari citati dai media azeri, l’aereo era accompagnato da un drone non identificato e da un elicottero, che sarebbero rimasti in volo per quaranta minuti. Ufficialmente non è stata ancora dichiarata la morte delle persone a bordo, ma i principali ministri del governo di Ankara hanno già espresso le condoglianze alle famiglie usando l’espressione “martiri”, termine che in turco indica la morte di militari in servizio. Condoglianze alla Turchia sono state espresse  da vari Paesi, tra cui l’Azerbaigian, la Georgia e la Russia, mentre il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha inviato un messaggio di solidarietà al popolo turco. Restano da chiarire molti dettagli dello schianto dell’aereo, probabilmente un Lockheed C-130E Hercules di cinquantasette anni, inizialmente in servizio presso la Royal Saudi Air Force e trasferito all’Aeronautica Militare Turca nel 2010. L’autorità statale turca per la Radio e la Televisione ha chiesto ai media del Paese di pubblicare solo informazioni provenienti da fonti “ufficiali” e di non diffondere le immagini dello schianto, ma sui social network molti sostengono che lo schianto non sia stato un incidente: “Gli aerei non si disintegrano in volo senza un intervento interno o esterno. O qualcosa è esploso al loro interno (magari un carico di munizioni trasportato), oppure sono stati colpiti. Se c’è un attacco o un sabotaggio, che il sangue dei nostri figli non resti impunito”, ha scritto su X l’accademica turca Deniz Ulke Kaynak.

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