sabato, Novembre 15, 2025

Capodanno 2026 a Ladispoli, l’opposizione contesta il bando da 400mila euro: “Manca trasparenza e concorrenza”

La politica locale si infiamma sul bando comunale per l’organizzazione del Capodanno 2026, del valore di 400mila euro, pubblicato dal Comune di Ladispoli. A sollevare le prime critiche è stato il consigliere e capogruppo dell’opposizione, che ha presentato un’istanza di annullamento in autotutela, sostenendo che la procedura sia formalmente corretta, ma sostanzialmente poco trasparente e poco competitiva. Secondo l’opposizione, infatti, il bando sembra confermare gli schemi consolidati delle precedenti edizioni, quando l’evento veniva affidato direttamente alla stessa associazione, senza alcuna gara. “La sostanza non cambia – sottolinea il consigliere – e la parvenza di trasparenza non basta. I cittadini hanno diritto a un procedimento realmente competitivo, capace di garantire la migliore qualità del servizio per le risorse pubbliche impiegate”. Il nodo centrale della contestazione riguarda l’applicazione del Regolamento comunale per i contributi al terzo settore, strumento concepito per sostenere iniziative sociali e culturali, ma utilizzato in questo caso per affidare un vero e proprio servizio di organizzazione eventi. La modifica del regolamento ha portato il contributo massimo dal 90% al 100% del costo, con l’aggiunta di un 2% per spese generali, secondo l’opposizione una scelta in contrasto con la giurisprudenza consolidata sui contributi. Non mancano le critiche sui criteri di valutazione del bando: il punteggio premiale per la “capacità di attrarre sponsorizzazioni” risulta inapplicabile al momento della candidatura, essendo verificabile solo a consuntivo, mentre il criterio che premia le pregresse esperienze negli eventi simili favorisce automaticamente chi ha già organizzato in passato il Capodanno o eventi come il Summer Fest, consolidando una pratica ritenuta non concorrenziale. L’avviso introduce inoltre un vincolo territoriale, che limita la partecipazione a chi ha sede legale o operativa a Ladispoli da almeno un anno, o ha svolto attività sul territorio negli ultimi due anni, una disposizione già censurata dalla giurisprudenza per il suo effetto restrittivo sulla concorrenza. L’opposizione chiede dunque maggiore trasparenza e la revisione del bando, sottolineando come sarebbe stato possibile indire una vera gara pubblica, consentendo a più operatori di competere con offerte economiche e garantendo così un uso più efficiente delle risorse comunali. Il dibattito politico si annuncia acceso nelle prossime settimane, con il Capodanno 2026 al centro delle polemiche e della vigilanza dell’opposizione.

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