mercoledì, Novembre 19, 2025

Multe, dove finiscono davvero i soldi? Ecco come i Comuni devono spendere i proventi secondo il Codice della Strada

Ogni anno in Italia vengono emesse milioni di sanzioni per violazioni al Codice della Strada. Un tema che divide l’opinione pubblica: fastidiose per gli automobilisti, indispensabili – nella maggior parte dei casi – per garantire ordine, sicurezza e controllo della viabilità. Ma la domanda che molti cittadini continuano a porsi rimane sempre la stessa: che fine fanno i soldi delle multe? La risposta è contenuta nell’articolo 208 del Codice della Strada, che impone un principio preciso e inderogabile: i proventi delle sanzioni non possono essere spesi liberamente dai Comuni, né utilizzati per coprire buchi di bilancio. Sono fondi vincolati, destinati esclusivamente a migliorare la sicurezza stradale. La norma stabilisce che le entrate derivanti dalle infrazioni vengano reinvestite in: manutenzione della viabilità e dell’asfalto; potenziamento e adeguamento della segnaletica; illuminazione pubblica; sistemi di videosorveglianza e controllo della velocità; mezzi ed equipaggiamenti per la Polizia Locale.Non solo infrastrutture. Una quota deve essere utilizzata anche per progetti di educazione stradale nelle scuole, campagne di prevenzione, formazione e aggiornamento  del personale: un modo per trasformare la multa da semplice sanzione a strumento di miglioramento della sicurezza collettiva. Per legge, almeno il 50% dei proventi deve essere destinato a interventi concreti su strade e sicurezza. La restante parte può finanziare attività correlate come informazione e formazione. Non è una facoltà, ma un obbligo ribadito più volte anche dalla Corte dei Conti, che ha richiamato diversi Comuni al rispetto del vincolo.

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