mercoledì, Novembre 19, 2025

Tratta e sfruttamento della prostituzione, fermati 21 lover boys romeni

Chi indaga la definisce la tecnica del “lover boy”. Consiste nel sedurre una donna, fingere di instaurare con lei una relazione sentimentale, ma fare tutto questo con il preciso scopo di sottomettere la donna. Non si tratta dunque di relazioni tossiche di violenza e sopraffazione inconsapevole, ma di vere e proprie truffe sentimentali in cui la violenza e la sopraffazione diventano strumenti utilizzati con estrema consapevolezza. Di questo tipo di imbroglio sono state vittime diverse giovani donne, cittadine rumene, costrette a prostituirsi in strada nelle zone di viale Palmiro Togliatti, Quarticciolo e via Salaria. Lo schema era sempre lo stesso: le ragazze venivano sedotte e convinte di star avendo una relazione. Poi convinte a trasferirsi a Roma con il proprio finto fidanzato. È a quel punto che la luna di miele diventava un inferno. Gli investigatori hanno documentato un rigido sistema di controllo: dalle auto a noleggio con targa romena utilizzate per accompagnare le donne sui luoghi della prostituzione, alle attività di vigilanza svolte dai finti fidanzati, che imponevano orari, abbigliamento, modalità di approccio e tariffe. Sfruttatori che sapevano difendere le proprie fonti di guadagno. Emblematico, in tal senso, l’episodio di marzo scorso in cui tre membri del gruppo avrebbero aggredito due uomini che avevano tentato di importunare le donne “affidate” all’organizzazione. Il gruppo di uomini dietro questo sistema è costituito dai membri di due famiglie rumene. Una rete dello sfruttamento ricostruita dagli investigatori  della Polizia di Stato italiana e di quella rumena. La cooperazione internazionale tra forze di polizia ha permesso di ricostruire le mosse di un gruppo ben strutturato con una rigida gerarchia interna. Le indagini sono partite da un primo arresto a Roma, in via dei Ciclamini. Il mandato d’arresto europeo eseguito dalla Squadra Mobile era a carico di un cittadino rumeno ricercato per tratta, sfruttamento e associazione per delinquere. Dietro di lui l’organizzazione smantellata dalla polizia. Ventuno le persone fermate tra Italia e Romania. La quasi totalità dei proventi veniva inviata in Romania attraverso spedizioni nascoste a bordo di un furgone gestito da un corriere compiacente, titolare di un’agenzia per il trasporto merci tra i due Paesi. Il denaro sarebbe stato successivamente reinvestito in immobili, terreni e auto di lusso. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il valore di predetti beni ammonterebbe a circa 1.700.000 euro. Nel corso delle indagini e delle successive perquisizioni, è emerso che i membri del gruppo detenevano armi da fuoco, poi sottoposte a sequestro.

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