giovedì, Novembre 20, 2025

Omicidio Chiara Poggi, Andrea Sempio: “Io perseguitato. Il colpevole? Ad oggi è Alberto Stasi”

“Credo che ormai sia stato acclarato in anni di processi e più sentenze, quindi io mi rifaccio a quello che hanno detto le sentenze: ad oggi il colpevole è Alberto Stasi e non ho motivo di pensare il contrario”. Alla domanda diretta di Bruno Vespa a Cinque minuti – “Chi ha ucciso Chiara Poggi” – risponde così Andrea Sempio, indagato per l’omicidio in concorso della ragazza, avvenuto a Garlasco (Pavia) il 13 agosto del 2007. “Se mi sento perseguitato? Un po’ sì, non posso negarlo”. “È una cosa che periodicamente ricapita – spiega – ci ricadi dentro, un certo accanimento c’è, spero in buona fede. Io al momento non ho una vita, sono tornato a vivere nella cameretta in cui stavo una volta e a quasi 40 anni sono chiuso lì, non posso fare niente, è come essere ai domiciliari”. Andrea Sempio parla anche del famoso foglio su cui il padre scrisse ‘Venditti gip archivia x 20-30 euro’. “Penso fosse semplicemente un appunto su quanto costava ritirare le carte dell’archiviazione, per quello 20-30 euro. Anche perché, cosa che non è passata sui media, in casa mia hanno trovato un appunto dove mio padre si era segnato tutte le spese ‘serie’, che erano espresse in migliaia di euro. Quindi ciò che è stato speso ai tempi mio padre ha segnato tutto”. ”L’elenco di tutte le volte che abbiamo dato soldi agli avvocati – circa 50mila euro – c’è ed è stato trovato durante l’ultima perquisizione. Le spese dell’avvocato e del consulente, lì c’è tutto. Tutti i soldi sono sotto il nome di Lovati (ex difensore, ndr), ma è un modo generico per indicare tutti gli avvocati”, ha detto Andrea Sempio, sottolineando come i giornalisti abbiano dato poco risalto alla notizia soffermandosi piuttosto sul cosiddetto  ‘pizzino’. Quanto alle altre accuse di aver ricevuto le domande dell’interrogatorio in anticipo, Sempio taglia corto: ”Non c’è stato nessun passaggio di domande”. Su quei temi, come il Dna, ”avevo già anche risposto in alcune interviste ed erano sempre quelli gli argomenti”. Respinge anche le accuse di essere stato trattato con i guanti bianchi. ”Quando sono stato sentito ho avuto l’impressione che loro comprendessero quello che stavo dicendo e non mi stessero inquisendo in modo particolare. Ma è la stessa impressione che ho avuto quando ho dato il mio dna o sono venuti a casa” per la recente perquisizione. Dopo una doppia archiviazione, da qualche mese Sempio è di nuovo sotto i riflettori ma la sua versione non cambia. A Porta a Porta racconta la sua voglia di “normalità”. “Sogno forse l’oblio, di cercare di tornare alla normalità, ma vedremo quanto sarà possibile. Finché si tratta di lanciare suggestioni o buttare fango la macchina dei media si impegna parecchio…Se non fosse per l’assalto dei media io non ho paura, non mi vergogno di girare per strada. E’ un peso avere gli occhi addosso, ma io non ho nulla per cui io mi devo nascondere”.“Quello che mi stupisce è che non sono l’unico che ha portato qualcosa agli inquirenti. C”è chi ha  portato altri scontrini, c’è chi ha portato il passaporto, chi le timbrature del lavoro, chi i movimenti del bancomat”, racconta a proposito del tagliando del parcheggio che dice di aver conservato proprio vista l’attenzione intorno all’omicidio. Sulle tre telefonate fatte una settimana prima sul fisso di casa Poggi, il 38enne le spiega una per una. Quella che dura due secondi è un errore, nella seconda – non riuscendo a contattare Marco in vacanza con i genitori in Trentino – telefona “per sapere se c’era e mi viene detto di no. Riprovo a contattare Marco e non riesco, a quel punto il giorno dopo chiamo consapevolmente casa Poggi e chiedo quando sarebbe tornato. Da lì in poi non chiamo più. Quello che ho fatto io l’ha fatto anche un amico di Giuseppe Poggi”. Fuori dall’incidente probatorio ancora in corso – nessuna impronta trovata nella villetta di via Pascoli è riconducibile all’indagato – l’elemento di novità investigativo è l’impronta 33 trovata sulla parete destra della scala dove fu gettato il corpo della vittima. Una traccia priva di sangue che la procura di Pavia attribuisce a Sempio. “Ho molti dubbi che sia attribuibile a me. L’abbiamo fatta controllare più volte (dai consulenti, ndr) e ho dubbi. Anche fosse non trattandosi di una traccia insanguinata, ma semplicemente di un’impronta sul muro può essere, non mi stupirebbe. Non andavo spesso in cantina ma penso di esserci stato 3-4 volte” ricorda. Per Sempio, che continua a proclamarsi estraneo, quello di Chiara Poggi è stato, per le modalità, “un delitto passionale, un delitto d’impeto”, quanto a Stasi – che la Cassazione indica come il solo assassino della giovane – “tutta la sua vicenda è stata giudicata da persone più competenti di me”.

 

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