La strada per chiudere la Manovra è ancora lunga: il governo deve fare ordine tra le migliaia di emendamenti – 5.700 in tutto – presentati anche dalla stessa maggioranza. Per provare a trovare una quadra tra le richieste di modifica al testo della Legge di Bilancio, in serata si è svolto un vertice di maggioranza a Palazzo Chigi, capitanato dalla premier Meloni e dal ministro dell’Economia Giorgetti. Un incontro – fa sapere Palazzo Chigi in una nota – “proficuo e costruttivo, la maggioranza ha proseguito il lavoro sugli aggiustamenti alla Legge di bilancio relativi anche ai temi oggetto di confronto negli ultimi giorni, tra cui: gli affitti brevi, l’estensione dell’iperammortamento, il regime fiscale sui dividendi, l’ampliamento esenzione dell’Isee sulla prima casa, e le misure per favorire l’emersione dell’oro da investimenti”. Nel corso del vertice di maggioranza “è stata inoltre prevista una riunione conclusiva per la prossima settimana, alla luce delle proposte emerse e su cui il governo sta proseguendo l’attività di approfondimento”. Al vertice, si legge nella nota, hanno partecipato la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, i Vicepresidenti Antonio Tajani e Matteo Salvini, il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi, il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, il Viceministro Maurizio Leo e i Presidenti dei Gruppi parlamentari di maggioranza del Senato. Quel che al momento trapela è che Fratelli d’Italia conferma tutti i suoi cavalli di battaglia: pagamenti in contanti anche sopra i 5mila euro, previdenza complementare per i nuovi nati, condono edilizio e riserve auree di Bankitalia. Ma non tutti gli alleati sono d’accordo. La Lega di Matteo Salvini si è già detta contraria alle proposte di sanatoria edilizia così come ipotizzate finora, rilanciando con il meccanismo del silenzio-assenso: i Comuni devono rispondere entro sei mesi, se non lo fanno l’immobile è in regola. Al posto del condono, per risolvere il problema dei “milioni di pratiche arretrate”, Salvini spinge quindi per “dare 6 mesi al massimo di tempo agli enti locali per rispondere alle migliaia di cittadini che hanno fatto domanda di condono 5 anni fa o 40 anni fa, pagando”. I Comuni, aggiunge, “devono dare una risposta e se non lo fanno entro sei mesi, vale il silenzio assenso, e vuol dire che quell’immobile ha tutti i diritti e tutti i permessi”. Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo sembra però confermare che lo spazio per la sanatoria edilizia, in un modo o nell’altro, si troverà. Almeno per la Campania: “La situazione particolare di quella Regione è sotto gli occhi di tutti”. Da capire, però, per quale dei quattro condoni proposti dal partito della premier ci potrà essere il disco verde. In due casi, infatti, si interviene sulla sanatoria del 2003 – quella che riguarderebbe in particolare la Regione Campania – mentre un altro apre ad un condono per sanare opere abusive ultimate entro il 30 settembre 2025 e l’ultimo ipotizza per i Comuni una regolarizzazione abusi edilizi, in seguito ai procedimenti previsti dalle sanatorie del 1985, 1994 e 2003 entro il 31 marzo 2026. Sotto altri profili, Fratelli d’Italia vorrebbe anche allargare la detassazione sui rinnovi contrattuali. In un emendamento inserito tra i segnalati – cioè quelli destinati a essere portati avanti – l’imposta sostitutiva del 5% per i redditi fino a 28mila euro varrà per gli accordi sottoscritti non solo nel 2025 e 2026 ma anche nel 2024. La platea dei dipendenti interessati si allarga anche ai redditi tra i 28mila e i 35mila euro, ma in questo caso con un’imposta sostitutiva del 10%. Tra le proposte del Carroccio c’è il congelamento dello scalino pensionistico rinunciando, però, a tentare l’opzione dell’abbassamento dell’età pensionabile ipotizzata in un primo tempo con una copertura che triplicava il prelievo Irap su banche e assicurazioni. Tra le altre cose, la Lega vorrebbe rendere strutturale la flat tax per i dipendenti fino a 35mila euro e vorrebbe tagliare di nuovo il canone Rai, portandolo da 90 a 70 euro. E ancora, si propone un’imposta sostitutiva (rispetto all’imposta sui redditi) del 12,5% sull’oro. Il Piano casa prende forma in Manovra con un emendamento segnalato dalla Lega a prima firma Romeo. Con un articolo aggiuntivo, il 133 bis, il partito di Matteo Salvini definisce le priorità e stanzia risorse già dal prossimo anno e per complessivi 877 milioni fino al 2030. Il Piano casa servirà quindi a individuare nuovi modelli di edilizia residenziale e sociale finalizzati a fornire una soluzione abitativa ai fabbisogni innanzitutto di giovani e anziani. In primis, verranno definiti “programmi di edilizia sociale consistenti nella locazione, a canone agevolato, sulla base di contratti di godimento in funzione della successiva alienazione di immobili, di unità immobiliari adibite ad abitazione principale per giovani, giovani coppie e genitori separati”. Verranno poi messi a punto anche programmi di edilizia sociale in favore delle persone anziane, “consistenti nella locazione a canone agevolato di unità immobiliari associati anche a contratti di permuta immobiliare, anche nell’ottica di favorire la realizzazione di progetti di coabitazione”.
La strada per chiudere la Manovra è ancora lunga: il governo deve fare ordine tra le migliaia di emendamenti






