venerdì, Novembre 21, 2025

Caso Richeldi. Il Gup di Roma ha ratificato il patteggiamento

Il Gup di Roma ha ratificato il Patteggiamento a 11 mesi e 10 giorni per il primario di pneumatologia del Policlinico Gemelli, Luca Richeldi, accusato di avere molestato fisicamente una paziente al termine di una Visita in ospedale. Il giudice ha inoltre individuato la Struttura dove il medico dovrà seguire un percorso bisettimanale di assistenza psicologica per l’intera durata della pena. In tribunale, come anche per le tutte le altre udienze, era presente la donna che nel 2022 presentò la denuncia e che si è costituita parte civile nel procedimento assistita dall’avvocata Ilenia Guerrieri. “A pochi giorni dal 25 novembre, giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – ha commentato la vittima – mi sento vicina a tutte quelle donne che stanno affrontando o hanno affrontato in prima persona questa battaglia. Spero che tutte possano trovare la forza di denunciare, chiunque ci sia dall’altra parte”. La donna si augura “che il percorso bisettimanale che Richeldi dovrà seguire lo porti ad avere consapevolezza rispetto a quello che ha fatto, del resto ha chiesto lui l’applicazione della pena per il reato di violenza sessuale aggravata e quindi speriamo ne prenda piena coscienza”. Dal canto loro i difensori di Richeldi esprimono “soddisfazione” per “l’esito favorevole che confidano possa finalmente determinare la cessazione delle tante strumentalizzazioni indebite di questa vicenda”. Per i difensori del primario Carlo Bonzano e Tatiana Minciarelli, “come sa bene chiunque abbia n briciolo di dimestichezza col codice di procedura penale e
con l’onesta’ intellettuale, la sentenza di patteggiamento non è una sentenza di condanna e non implica alcun accertamento dei fatti rispetto ai quali il professore Richeldi si è sempre dichiarato e continua a dichiararsi estraneo; fatti che in ogni caso vengono oggi qualificati come di lieve entità'”. Secondo i difensori “la sentenza di patteggiamento, quindi, per un verso, non può e non deve essere scambiata per una Ammissione di responsabilità e, per un altro verso, trova la propria ragion d’essere, almeno nel caso di specie, nell’evitare
la celebrazione – anche mediatica – di un processo fin da principio e troppo spesso fatto oggetto di inappropriate rappresentazioni”.

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