domenica, Novembre 23, 2025

Sabotare il patriarcato: in decine di migliaia a Roma per la marcia di “Non una di meno”

Un fiume umano, colorato e determinato, ha attraversato oggi il cuore di Roma, da Piazza della Repubblica fino a San Giovanni, per la grande manifestazione organizzata da “Non una di meno” alla vigilia del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Una mobilitazione imponente: decine di migliaia di persone, arrivate da tutta Italia, hanno riempito le strade della capitale con cartelli, striscioni, canti e tamburi. Lo slogan scelto per l’edizione di quest’anno è un messaggio netto: “Sabotiamo le guerre e il patriarcato”. Un appello che intreccia la battaglia contro la violenza di genere con la critica al contesto globale segnato dai conflitti. “Il contesto di guerra che stiamo vivendo sta portando a un arretramento nelle politiche di contrasto alla violenza di genere”, spiegano le attiviste dal camion di testa, sottolineando come le crisi internazionali rischino di oscurare un’emergenza che continua a segnare la vita quotidiana di migliaia di donne.
La richiesta è quella di una rivoluzione culturale, fondata sulla prevenzione: educazione affettiva nelle scuole, sostegno alle famiglie, programmi mirati per riconoscere e disinnescare i meccanismi della violenza prima che esplodano. “Una società diversa è possibile — dicono — ma deve smettere di essere costruita sul patriarcato.”
Tra la folla, cartelli viola e fucsia, studenti, famiglie, associazioni, collettivi, e anche molti uomini. A sottolinearlo è Paola Cortellesi, attrice e regista, che ha scelto di essere presente in piazza: “Ci sono anche tantissimi uomini e siamo qui per camminare tutti insieme”, afferma, ricordando come il cambiamento culturale debba coinvolgere l’intera società.
Il corteo avanza tra canti, musica e momenti simbolici. In via Cavour risuona il tintinnio delle chiavi, un gesto corale entrato ormai nel linguaggio delle piazze femministe: un richiamo alla chiusura delle porte, al controllo e alle dinamiche della violenza domestica. Più avanti, in via Merulana, il ritmo della protesta si trasforma in un omaggio commosso: la folla intona “La voglia, la pazzia”, ricordando Ornella Vanoni, scomparsa nella notte. Un saluto affettuoso, spontaneo, che unisce generazioni diverse.
La marcia si chiude a San Giovanni tra cori, interventi e bandiere al vento. Un appuntamento che, ancora una volta, ricorda quanto sia forte il bisogno di essere visti, ascoltati e rappresentati in una battaglia che riguarda tutti.

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