lunedì, Novembre 24, 2025

Famiglia nel bosco, bimbi tolti ai genitori: si lavora a ricongiungimento

Il caso della famiglia anglo-australiana, che vive nel bosco di Palmoli, in provincia di Chieti, arriva sul tavolo del Governo: il ministro della Giustizia Carlo Nordio e la premier Giorgia Meloni hanno discusso della vicenda dei tre bambini tolti ai genitori e trasferiti in una casa famiglia a Vasto, accompagnati dalla mamma che però può stare con loro solo in determinati orari. La premier, preoccupata, starebbe valutando, in accordo con il Guardasigilli, l’invio di ispettori del ministero della Giustizia per verificare la gestione del procedimento.Intanto si procede con visite mediche per i bambini, legale al lavoro per il ricorso. Scontro tra magistrati e governo sulla decisione del Tribunale dei minori dell’Aquila di togliere i tre figli alla coppia anglo-australiana che vive in un bosco in Abruzzo. Un provvedimento che il ministro Nordio giudica “grave”. Il leader della Lega Salvini attacca: “Sono stati sequestrati tre bambini in maniera indegna”. L’Associazione nazionale magistrati mette in guardia sulla “strumentalizzazione del caso” precisando che la decisione dei giudici “si fonda su valutazioni tecniche: sicurezza, condizioni sanitarie, obbligo scolastico”. Il provvedimento giudiziario nasce da un percorso iniziato lo scorso anno, dopo il ricovero dei  bambini per un’intossicazione da funghi e un controllo dei carabinieri nella casa nel bosco. La magistratura ha ritenuto necessaria la sospensione della potestà genitoriale, il collocamento dei bambini in una struttura protetta e la nomina di un tutore provvisorio per garantire la loro tutela. Il vicepremier Matteo Salvini ha definito la scelta del tribunale “vergognosa”, annunciando la volontà di seguire personalmente la vicenda e, se necessario, recarsi a Palmoli. Sono stati spostati in una struttura protetta di Vasto, la bambina di otto anni e i fratellini di sei che vivono in un bosco in Abruzzo assieme ai loro genitori di origine anglo-australiana. Il Tribunale per i minorenni dell’Aquila ne ha disposto il collocamento in una comunità educativa per un periodo di osservazione. La madre sarà con loro, decisione presa solo dopo che il legale della coppia, Giovanni Angelucci, ha portato avanti una lunga mediazione con gli assistenti sociali e le forze dell’ordine che si sono presentati di fronte alla ex casa colonica occupata dalla famiglia. L’abitazione era stata transennata dai militari per impedire ai pochi vicini di potersi avvicinare. Dalle pagine de Il Messaggero una vicina ha raccontato: “Quando sono arrivata c’erano carabinieri, il sindaco e un pulmino da nove posti pronto a partire. Era già buio, l’atmosfera molto tesa e pioveva”. La testimone ha detto poi di essere stata fermata due volte prima di poter passare e di aver trovato la mamma, Catherine, “agitata ma composta, è successo tutto in pochi minuti: ha detto ai bambini di prendere il pigiama, lo spazzolino da denti e di metterli nello zainetto, aggiungendo una frutta da mangiare. Ha cercato di controllare la situazione. Poi sono andati via con la macchina dell’avvocato. I piccoli sembravano sereni, ma con gli occhi pieni di domande su ciò che stava accadendo”. Non sussiste il pericolo di lesione del diritto dei minori all’istruzione, ma quello del diritto alla vita di relazione, articolo 2 della Costituzione, “produttiva di gravi conseguenze psichiche ed educative a carico del minore”, sì. È quanto si legge nel testo del provvedimento adottato dal Tribunale per i minorenni dell’Aquila. Secondo il Tribunale “la deprivazione del confronto fra pari in età da scuola elementare può avere effetti significativi sullo sviluppo del bambino, che si manifestano sia in ambito scolastico che non scolastico”. E’ necessario allontanare i minori dall’abitazione familiare, si legge ancora, “in considerazione del pericolo per l’integrità fisica derivante dalla condizione abitativa, nonché dal rifiuto da parte dei genitori di consentire le verifiche e i trattamenti sanitari obbligatori per legge”. Inoltre, “l’assenza di agibilità e pertanto di sicurezza statica, anche sotto il profilo del rischio sismico e della prevenzione di incendi, degli impianti elettrico, idrico e termico e delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità dell’abitazione, comporta la presunzione ex lege dell’esistenza del periodo di pregiudizio per l’integrità e l’incolumità fisica dei minori”. L’avvocato Giovanni Angelucci sta già impugnando la decisione: “Nella sentenza di ieri sono state scritte falsità. I provvedimenti non si commentano ma si impugnano, per questo faremo ricorso”. “Sono andati in cortocircuito – continua il legale -Nell’ordinanza di insiste ancora sull’istruzione dei minori che, secondo i giudici, non avrebbero l’autorizzazione all’homeschooling. Alla più grande viene anche contestato l’attestato di idoneità per il passaggio alla classe terza perché non ratificato dal ministero. Attestato che, invece, c’è ed è anche protocollato”. Ed è stato proprio di fronte allora loro abitazione rurale che ieri i tre bambini hanno assistito con “calma e senza reagire male” – così ha raccontato il padre – al confronto tra il legale della famiglia con gli assistenti sociali e le forze dell’ordine durato 45 minuti e al termine dei quali almeno la madre ha potuto seguire i figli. Il padre, ex chef e commerciante di mobili pregiati britannico, ha aspettato poi per ore di fronte alla struttura protetta per poterli rivedere, inutilmente. Incredulo, ha cercato di mantenere la calma ma non ha potuto fare a meno di condividere la propria amarezza con i cronisti: “Come si fa a strappare via i figli dai propri genitori? Rimarranno traumatizzati”. A lui e alla moglie, ex insegnante di equitazione, la Procura dei minori aveva già chiesto la sospensione della potestà e l’affidamento temporaneo dei tre bambini, parlando di “grave pregiudizio” per la loro crescita. Ma la coppia non aveva mai accettato la decisione, difendendo la propria scelta di “liberarsi dalla tossicità della vita moderna”.

 

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