Tra i sentieri che attraversano la Necropoli di Porto e le rovine silenziose della Basilica di Sant’Ippolito a Isola Sacra, la storia affiora con un’energia discreta ma potente. È una storia fatta di commerci, traffici marittimi, cantieri e vita quotidiana di un’antica città portuale che, in epoca romana, rappresentò uno dei principali snodi del Mediterraneo. Ma è anche, sorprendentemente, una storia di donne. In questo universo dominato da figure maschili – mercanti, capitani di navi, artigiani, portuali – emerge un nome destinato a sfidare i secoli: Vibia Matidia, nipote dell’imperatore Traiano e suocera di Adriano. Una delle donne più influenti del suo tempo, la cui presenza si intreccia direttamente con il territorio di Fiumicino. Nata nel 68 d.C. e cresciuta alla corte imperiale, Matidia incarnò il potere silenzioso ma incisivo riservato alle matrone di rango. Ricchissima, colta e politicamente ascoltata, fu talmente stimata da ricevere, alla sua morte, la deificazione pubblica, onore raramente concesso a una donna. Pur non governando formalmente, orientò decisioni familiari, politiche e urbanistiche, giocando un ruolo strategico nella costruzione del consenso attorno alla dinastia. La sua impronta si ritrova anche a Porto, come dimostrano le scoperte archeologiche degli anni ’70. Quando gli studiosi riportarono alla luce la base marmorea con la doppia iscrizione dedicata a un ponte che collegava la città di Porto a Isola Sacra, nessuno si aspettava di leggere il nome di una donna. E invece, inciso nella pietra, c’era proprio Matidia. Quel ponte, infrastruttura vitale per collegamenti, scambi e transiti, fu dedicato a lei. Un fatto che racconta senza bisogno di interpretazioni quanto fosse considerata autorevole in un mondo che spesso relegava le donne ai margini della narrazione pubblica. Oggi, tra le vestigia dell’antico porto traianeo, il suo nome torna a brillare come simbolo di una storia più complessa e più ricca di quanto si creda. Una storia che coinvolge anche Fiumicino e che ricorda come, sotto le stratificazioni del tempo, esistano figure capaci di restituire profondità al passato e nuove letture al presente.






