martedì, Dicembre 2, 2025

“I fatti sono stati travisati”

Il Piano Territoriale Paesaggistico Regionale del Lazio finisce nuovamente sotto la lente dei giudici. Il TAR ha infatti accolto il ricorso della società proprietaria di un lotto situato tra Ardea e Anzio, annullando la classificazione che lo inseriva nel perimetro del “paesaggio naturale di continuità”. Una scelta che aveva reso l’area totalmente inedificabile, ma che — secondo il Tribunale — non era sorretta da alcuna effettiva motivazione legata alla tutela del paesaggio. Nella sentenza, i giudici evidenziano come il PTPR non si fosse limitato a recepire le previsioni degli strumenti precedenti, ma avesse introdotto una trasformazione radicale: la collocazione del lotto in una categoria riservata ad ambiti naturali o seminaturali, pur trovandosi esso all’interno di un tessuto residenziale già pienamente consolidato. Un intervento pianificatorio che, per il TAR, costituisce un vero e proprio travisamento dei fatti, oltre che un difetto di istruttoria, poiché non supportato da elementi oggettivi né da un’analisi approfondita dello stato dei luoghi. La Regione Lazio aveva sostenuto che eventuali imprecisioni avrebbero potuto essere corrette nel futuro aggiornamento del piano paesaggistico, nell’ambito delle procedure con il Ministero della Cultura. Ma il Tribunale ha giudicato questa prospettiva irrilevante: si tratta infatti di un percorso eventuale, condizionato e privo di tempistiche certe, dunque inidoneo a garantire la tutela degli interessi della società ricorrente. Per queste ragioni, il TAR ha annullato la parte del PTPR relativa alla classificazione del terreno, stabilendo che il vincolo imposto non fosse giustificato né coerente con la realtà urbanistica del luogo. Una decisione destinata a fare scuola, perché riafferma un principio chiave: la pianificazione paesaggistica non può prescindere da dati reali, né essere utilizzata come strumento surrogato di urbanistica.

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