Sono le 2.50 di notte e a Sabaudia piove a dirotto. Un uomo incappucciato che scende da un’auto con in mano una tanica. La svuota sopra le due Jeep di servizio parcheggiate davanti al comando della Polizia Locale di Sabaudia. L’uomo appicca l’incendio e scappa. È quanto ha immortalato la telecamera di videosorveglianza puntata proprio su quel parcheggio. Quello che segue nel video sono le immagini delle due auto che bruciano. Ne restano delle carcasse annerite dopo l’intervento dei Vigili del Fuoco. Un’altra telecamera, poco distante, ha permesso ai carabinieri di Sabaudia – che indagano in collaborazione con la stessa polizia locale coordinati dalla Procura di Latina – di vedere la targa dell’auto che si dava alla fuga. È così che gli investigatori sono arrivati a un sospettato. Si tratta di uomo residente nella cittadina di mare, già noto alle forze dell’ordine per precedenti legati allo spaccio nella zona. Al momento si trova in stato di fermo. L’auto risulta essere utilizzata anche dal fratello del sospettato. E neanche il fratello sarebbe incensurato. Ora dunque sono in corso gli interrogatori per accertare chi sia stato il responsabile di un gesto che il comune, nel suo messaggio pubblicato via social e sul sito istituzionale, non esita a definire come “una dichiarazione di guerra”. È ancora presto per conoscere con chiarezza il movente del gesto ma il sindaco Alberto Mosca, che ha da subito descritto l’incendio come doloso, lo ha definito un atto intimidatorio. “Non ci faremo intimidire”. Ha scritto nei primi momenti dopo l’accaduto. “Chi pensa di turbare questa città con il fuoco – ha continuato Mosca – si sbaglia di grosso. Questo non è un attacco alla Polizia Locale. Questo vile gesto è un attacco alla Comunità. E chi l’ha compiuto verrà scoperto e pagherà come previsto dalla legge”






