mercoledì, Dicembre 3, 2025

Il futuro dell’ex Ilva: Genova paralizzata dai cortei, sciopero a Taranto

Un’altra giornata di protesta, un’altra giornata di tensione per i lavoratori dell’ex Ilva di Genova che hanno visto le loro fila rinforzate dai lavoratori in sciopero di Ansaldo Energia e da una delegazione di Fincantieri. I lavoratori non arretreranno di un millimetro se il governo non ritirerà il ‘piano corto’ e non restituirà le tonnellate di acciaio che servono allo stabilimento di Genova Cornigliano per funzionare a pieno regime. L’alternativa, per i lavoratori, è una sola: continuare la protesta e bloccare la città. La seconda giornata di protesta è iniziata presto, subito dopo l’assemblea davanti ai cancelli dello stabilimento. E’ comparsa l’enorme benna utilizzata per spostare i coil di acciaio e con lei in testa è cominciato un lungo cammino. Prima tappa: l’aeroporto Cristoforo Colombo. Davanti alla hall delle ‘Partenze’ la grande benna ha fatto da argine mentre i lavoratori hanno cercato di entrare picchiando con i caschi contro i vetri. Da lì, il lungo serpentone di operai, guidati dalla benna e dallo striscione ‘Genova in lotta per l’industria’ si sono recati in autostrada. La prima volta nella storia della protesta operaia a Genova. Chiusi i tratti dell’A10, code interminabili, Liguria spezzata in due mentre il corteo andava avanti per raggiungere Ponte San Giorgio. Su quel ponte, icona e simbolo della resistenza e della rinascita di Genova, si sono fermati per poi riprendere il cammino verso l’uscita di Genova Ovest e infine per tornare al presidio davanti alla stazione di Cornigliano mentre le code in autostrada e sulla viabilità normale si scioglievano. E’ stato sul ponte San Giorgio però che è arrivata la notizia della call tra il governatore Bucci e il commissario Giancarlo Quaranta. Oggetto: il tonnellaggio dell’acciaio, il ritorno della fornitura che possa far funzionare lo stabilimento di Genova Cornigliano. Contemporaneamente alcuni lavoratori dell’ex Ilva e delegati sindacali di Taranto hanno attuato un blocco stradale sulla statale 100 Taranto-Bari nell’ambito delle iniziative di mobilitazione che erano partite questa mattina con la proclamazione dello sciopero e l’occupazione della fabbrica. “Siamo qui – hanno dichiarato – per lanciare un monito alla presidenza del Consiglio. Urge convocare un tavolo unico a Palazzo Chigi perché la vertenza è una e si tiene con tutti i lavoratori, che siano del Nord, del centro o del Sud. Va riaperto il confronto per l’intero gruppo”. Ribadiscono che “il piano presentato dal governo va respinto e ritirato perché rappresenta la chiusura di tutti gli stabilimenti. Non si può continuare così. Il sindacato chiede un forte intervento pubblico perché la vertenza deve garantire una decarbonizzazione piena, salvaguardare i livelli occupazionali anche attraverso strumenti straordinari. Nessuno deve rimanere indietro. Alla transizione ecologica, digitale e ambientale – concludono – va garantita una transizione sociale per tutti i lavoratori e per le loro famiglie”.

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