La Necropoli della Banditaccia, patrimonio UNESCO e cuore pulsante dell’identità etrusca, si prepara a vivere una nuova stagione fatta non solo di scavi, visite e percorsi museali, ma soprattutto di memorie condivise. Nasce infatti “Archeologia Partecipata alla Necropoli della Banditaccia”, un progetto che punta a raccogliere testimonianze, ricordi e storie di chi in questi luoghi ha vissuto, lavorato o semplicemente passeggiato tra i tumuli millenari. L’iniziativa, curata dalla giornalista Pamela Stracci e dal professor Emanuele Brienza per l’Università Uninettuno, vuole mettere al centro la comunità, trasformando la Banditaccia in un vero e proprio archivio vivente. L’obiettivo è restituire una dimensione umana a un sito archeologico tra i più importanti al mondo, valorizzando quel filo sottile che lega il presente a un passato lontano migliaia di anni. Partecipare è semplice: basta scansionare il QR code diffuso dal progetto o accedere al modulo online su Google, dove ciascun cittadino può lasciare un ricordo, un aneddoto, una fotografia o un frammento di esperienza vissuta tra le antiche tombe etrusche. Materiale che, spiegano gli ideatori, potrà contribuire alla creazione di contenuti divulgativi, studi e iniziative culturali future. Con “Archeologia Partecipata”, la Banditaccia non è più soltanto un luogo da osservare. Diventa uno spazio da raccontare, da abitare con la memoria e da riconoscere come parte integrante della storia collettiva di Cerveteri. Un nuovo modo di fare cultura, che unisce scienza, territorio e comunità.






