lunedì, Dicembre 8, 2025

Ardea, da luglio nessuna traccia del 42enne: dispiegati mezzi aerei, unità cinofile e volontari. Cresce l’angoscia della famiglia

Da luglio nessuno ha più visto Giacomo Fabris, 42 anni, residente in Veneto, scomparso senza lasciare traccia dopo essersi allontanato da casa in circostanze ancora da chiarire. Da allora la sua è diventata una delle ricerche più complesse degli ultimi anni, con un imponente dispiegamento di forze messo in campo giorno dopo giorno per provare a ricostruire gli ultimi movimenti dell’uomo. Nelle ultime ore si è assistito a un nuovo, massiccio impulso operativo: sul territorio stanno sorvolando elicotteri dotati di termocamere, mentre a terra vengono impiegati droni di ultima generazione con sistemi di rilevamento del calore e telecamere ad alta risoluzione. L’obiettivo è analizzare dall’alto zone impervie, boschi e corsi d’acqua che potrebbero non essere raggiungibili dalle squadre a piedi. Alle operazioni partecipano anche unità cinofile specializzate, i gruppi dei Vigili del Fuoco, la Protezione Civile e decine di volontari che da settimane si alternano nelle ricerche, setacciando sentieri, cascine abbandonate e aree rurali. Un lavoro minuzioso, condotto metro dopo metro, nella speranza di trovare un indizio capace di indirizzare le indagini. La famiglia di Giacomo, che non ha mai perso la speranza, continua a chiedere ai cittadini di segnalare qualsiasi dettaglio — un avvistamento, un oggetto, un movimento sospetto — che possa aiutare a far luce su una vicenda che appare ogni giorno più misteriosa. «Non ci arrendiamo, vogliamo solo ritrovarlo», ripetono i parenti, presenti quotidianamente nei punti nevralgici delle ricerche. Gli investigatori stanno lavorando su più fronti: dalle analisi dei tabulati telefonici alle telecamere di sorveglianza, passando per testimonianze raccolte nelle settimane successive alla scomparsa. Finora, però, nessun elemento decisivo è emerso per spiegare cosa sia accaduto dopo l’ultimo contatto avvenuto a inizio estate. Il tempo passa, l’ansia cresce, ma lo sforzo continua senza sosta. Elicotteri e droni restano in volo nelle prossime ore, mentre a terra le squadre non smettono di battere ogni metro di terreno. Perché di Giacomo Fabris, da luglio, non c’è ancora alcuna traccia — e riportarlo a casa è ormai diventata una missione condivisa da un intero territorio

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