Si accende anche in riva al Tirreno il dibattito sull’introduzione di un’imposta di sbarco per i passeggeri delle navi da crociera. Dopo le recenti decisioni del Comune di Genova e l’esperienza ormai consolidata di Venezia, l’ipotesi approda ora a Civitavecchia, uno dei principali porti crocieristici del Mediterraneo.
A intervenire nel confronto politico è il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Giancarlo Frascarelli, che invita a una riflessione approfondita sul tema. “La proposta merita un’analisi attenta – sottolinea – perché riguarda un settore strategico per l’economia cittadina. Occorre valutare con equilibrio costi e benefici, sia per le casse comunali sia per l’immagine turistica della città”. Secondo Frascarelli, il modello genovese e quello veneziano “possono rappresentare esempi utili”, ma non andrebbero applicati automaticamente a Civitavecchia senza uno studio di impatto. “Il nostro porto ha caratteristiche specifiche – aggiunge – e qualunque scelta deve partire da dati concreti, ascoltando categorie economiche, operatori portuali e cittadini”.
Il consigliere di FdI non chiude alla possibilità di introdurre il tributo, ma insiste sulla necessità di una visione complessiva: “Se un’imposta di sbarco potrà contribuire a migliorare servizi, decoro urbano e accoglienza, allora sarà giusto prenderla in considerazione. Ma va evitato qualsiasi provvedimento che rischi di frenare il traffico crocieristico o penalizzare l’indotto”. La discussione è destinata a proseguire nelle prossime settimane, mentre l’amministrazione comunale valuta l’opportunità di avviare un percorso istituzionale per approfondire la misura. Civitavecchia si trova così davanti a un bivio già affrontato da altre città portuali: cercare nuove entrate per migliorare la qualità dei servizi senza compromettere una delle principali risorse economiche del territorio.
Civitavecchia, Frascarelli (FdI) apre al confronto sull’imposta di sbarco: “Valutare benefici e ricadute per la città”
