Domenica 14 dicembre si chiuderà con una grande festa di sport, musica e partecipazione la “Resto del Mondo Inclusion Cup”, il progetto di calcio inclusivo che nelle ultime settimane ha coinvolto decine di ragazzi, famiglie e volontari del territorio. L’atto finale è atteso all’oratorio San Giorgio, trasformato per l’occasione in un piccolo stadio multiculturale dove, dalle 15:30 alle 20:30, andrà in scena una lunga maratona di partite, premiazioni e spettacoli. Il pomeriggio si aprirà con l’incontro dedicato ai più piccoli, una partita che negli scorsi appuntamenti ha rappresentato uno dei momenti più emozionanti dell’intero progetto: in campo bambini di diverse nazionalità e background, accomunati dalla stessa voglia di giocare e di sentirsi parte della squadra. Sul prato dell’oratorio i colori delle maglie, i sorrisi e l’entusiasmo dei genitori sugli spalti offriranno, ancora una volta, l’immagine più autentica dell’inclusione. A seguire spazio al calcio degli adulti con la finale per il 3° e 4° posto, che vedrà sfidarsi Asia ed Europa: una partita che si preannuncia combattuta, dopo i match delle scorse settimane che hanno messo in luce talento, correttezza e spirito di gruppo da entrambe le parti. Il clou dell’evento arriverà poi con la finalissima tra Africa e America Latina, le due squadre che hanno mostrato maggiore continuità e determinazione lungo tutto il torneo. Una sfida che non sarà soltanto sportiva, ma anche simbolica: il confronto tra culture diverse che trovano nel campo un linguaggio comune, capace di unire più di qualsiasi differenza. Al termine delle partite, spazio alla cerimonia di premiazione, momento in cui verranno riconosciuti non solo i risultati sportivi, ma anche i valori alla base dell’iniziativa: rispetto, inclusione, socialità. A chiudere la giornata, il concerto dei Los Tres Saltos, band ormai affezionata alla manifestazione, pronta a trasformare l’oratorio in una festa internazionale a suon di cumbia, ritmi latini e tanta energia. Con la giornata di domenica si conclude un progetto che, più che un semplice torneo, è diventato un laboratorio di convivenza e integrazione, confermando lo sport come strumento capace di avvicinare persone e comunità che parlano lingue diverse, ma condividono la stessa passione per il gioco.






