Le vittime narcotizzate e violentate, gli abusi ripresi con il cellulare e le immagini in alcuni casi diffuse in chat a una cerchia di conoscenti. E’ il quadro accusatorio confermato dalla sentenza della corte di appello di Roma nei confronti di Ubaldo Manuali: l’operatore ecologico 60enne, originario di Riano, condannato in secondo grado a nove anni e 10 mesi per i reati di violenza sessuale aggravata e diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite. Una sentenza che conferma quanto deciso nel 2024 in primo grado dal tribunale di Viterbo. Sarebbero tre le donne vittime di stupro: dalla denuncia di una di loro nel 2023 erano scattate le indagini. La vittima aveva raccontato di aver conosciuto Manuali in chat, poi l’incontro a cena: in quell’occasione secondo l’accusa, l’imputato l’avrebbe stordita con un narcotico e poi violentata. Il giorno successivo la donna si era recata all’ospedale San Pietro di Roma. Il via agli accertamenti con l’analisi della casa dove si sarebbe consumata la violenza, il sequestro del cellulare di Manuali e il ritrovamento di narcotici nella sua abitazione: elementi per cui gli inquirenti avevano ipotizzato episodi di violenza contro altre due donne, perpetrate con le stesse modalità tra le province di Roma e Viterbo. Nel 2023 l’arresto del 60enne, ora condannato in secondo grado. “Soddisfatti per la sentenza, riteniamo la pena equa” le parole di Bruno Novelli, uno degli avvocati di parte civile. Parla invece di decisione lacunosa e contraddittoria l’avvocato Pier Francesco Mazzini, difensore di Manuali per quel che riguarda gli episodi di violenza sessuale contestati al suo assistito, annunciando il ricorso in Cassazione.






