Un nuovo strumento per avvicinare le vittime, abbattendo barriere psicologiche e pratiche che spesso frenano il coraggio di denunciare. Nel corso della cerimonia per l’apertura delle nuove stanze protette nelle caserme di Ardea e Bracciano, il Soroptimist International d’Italia ha donato ai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma un innovativo kit mobile di supporto alle denunce, un dispositivo destinato a trasformare il modo in cui si raccolgono testimonianze e denunce di violenza. Si tratta di una valigetta tecnologica dotata di computer portatile e microtelecamera integrata, pensata per consentire ai militari di raggiungere le vittime direttamente sul territorio: nelle strutture protette, nei centri antiviolenza, negli ospedali, o in qualsiasi luogo ritenuto idoneo a tutelare la riservatezza e la sicurezza della persona. Un’innovazione che permette di effettuare audizioni registrate senza la necessità di varcare la soglia di una caserma, eliminando uno degli ostacoli più frequenti per chi teme di esporsi o non si sente pronta ad affrontare il contesto istituzionale. Alla presentazione hanno partecipato anche figure di primo piano del sistema giudiziario e delle forze dell’ordine: il Procuratore della Repubblica di Civitavecchia, Alberto Liguori, i comandanti dei Gruppi Carabinieri di Ostia e Frascati, oltre alla Presidente Nazionale del Soroptimist International d’Italia, Adriana Macchi, che ha sottolineato il valore simbolico e operativo di questa donazione. «Portare la possibilità di denunciare dove si trova la vittima — ha spiegato Macchi — significa ridurre il silenzio e aumentare la protezione. Ogni barriera abbattuta è una possibilità in più di salvare una vita». La dotazione del kit mobile, insieme alle nuove stanze protette inaugurate ad Ardea, rappresenta un passo ulteriore verso una rete di ascolto più sensibile, capillare e accessibile, in una battaglia che non può più permettersi ritardi.






