Una detenuta è morta nella notte nella sezione femminile del carcere di Rebibbia. Indaga la polizia penitenziaria. Rinviati a data da destinarsi i “Giochi della Speranza”, iniziativa promossa dalla fondazione Giovanni Paolo II per lo sport, dal Dap – Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria e dalla rete di magistrati “Sport e legalità” per la promozione dello sport in carcere. All’interno del penitenziario si terrà un momento di raccoglimento alla presenza dei partecipanti previsti per l’iniziativa. Secondo la denuncia del segretario generale del sindacato Polizia penitenziaria, Aldo Di Giacomo, la donna sarebbe morta per overdose e un’altra sarebbe stata ricoverata in ospedale. “Siamo all’ennesimo caso di diffusione di stupefacenti che solo negli ultimi mesi dell’anno registra due morti a San Vittore-Milano e tre ricoverati in gravi condizioni; sempre a Rebibbia nel reparto maschile c’è stato un decesso, uno a Sassari, Gorizia, Reggio Emilia e Firenze”. “Nel corso dell’anno – aggiunge – i sequestri negli istituti penitenziari ammontano a 65 kg di sostanze stupefacenti di ogni tipo. Il mercato della droga in carcere si è evoluto: tra pastiglie di farmaci tritati o sniffati, cerotti alla morfina, francobolli con colla ricavata da stupefacenti, spaccio e consumo hanno subito cambiamenti notevoli che il personale penitenziario non è certo in grado di cogliere e tanto meno contrastare. Intorno al traffico e all’uso di droga è sempre la criminalità organizzata a fare affari, controllando, come dimostrano numerose inchieste, le più grandi piazze di spaccio dentro e con l’uso dei telefonini fuori. Noi da tempo abbiamo messo in guardia sul nuovo corso della mafia 2.0 che non è certo possibile contrastare con l’assunzione di poche decine di agenti penitenziari, che restano insufficienti. In questa situazione è ancora più irresponsabile negare l’evidenza dei fatti e ripetere come una liturgia che ‘tutto va bene’, mentre i servitori dello Stato si sentono abbandonati e umiliati dal datore di lavoro che dovrebbe dimostrare profonda riconoscenza per il loro sacrificio”.
Secondo la denuncia del segretario generale del sindacato Polizia penitenziaria, Aldo Di Giacomo, la donna sarebbe morta per overdose e un’altra sarebbe stata ricoverata in ospedale. “Siamo all’ennesimo caso di diffusione di stupefacenti che solo negli ultimi mesi dell’anno registra due morti a San Vittore-Milano e tre ricoverati in gravi condizioni; sempre a Rebibbia nel reparto maschile c’è stato un decesso, uno a Sassari, Gorizia, Reggio Emilia e Firenze”. “Nel corso dell’anno – aggiunge – i sequestri negli istituti penitenziari ammontano a 65 kg di sostanze stupefacenti di ogni tipo. Il mercato della droga in carcere si è evoluto: tra pastiglie di farmaci tritati o sniffati, cerotti alla morfina, francobolli con colla ricavata da stupefacenti, spaccio e consumo hanno subito cambiamenti notevoli che il personale penitenziario non è certo in grado di cogliere e tanto meno contrastare. Intorno al traffico e all’uso di droga è sempre la criminalità organizzata a fare affari, controllando, come dimostrano numerose inchieste, le più grandi piazze di spaccio dentro e con l’uso dei telefonini fuori. Noi da tempo abbiamo messo in guardia sul nuovo corso della mafia 2.0 che non è certo possibile contrastare con l’assunzione di poche decine di agenti penitenziari, che restano insufficienti. In questa situazione è ancora più irresponsabile negare l’evidenza dei fatti e ripetere come una liturgia che ‘tutto va bene’, mentre i servitori dello Stato si sentono abbandonati e umiliati dal datore di lavoro che dovrebbe dimostrare profonda riconoscenza per il loro sacrificio”.
Una donna morta per overdose nel carcere di Rebibbia. Tre i decessi nelle ultime ore






