Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio ha annullato l’ordinanza con cui il Comune di Ardea aveva disposto la demolizione di alcune opere edilizie ritenute abusive in un immobile di via Napoli, nel quartiere di Nuova Florida. Una decisione destinata a far discutere, che mette in luce gravi carenze istruttorie e formali nell’azione amministrativa dell’ente. Nel mirino dei giudici è finita l’ordinanza dirigenziale n. 27 del 21 febbraio 2025, ritenuta illegittima perché indirizzata a un soggetto privo di legittimazione. Il provvedimento era stato notificato a una persona indicata come amministratore e legale rappresentante della società formalmente collegata all’immobile, ma in sede di giudizio è emerso che tale qualifica non era più attuale da diversi anni. Un errore sostanziale, secondo il Tar, che da solo è sufficiente a inficiare l’intero procedimento. Ma non è tutto. Dalla ricostruzione dei fatti è emerso infatti che la società in questione e l’intero patrimonio aziendale erano stati sottoposti a confisca già nel 2021, con il conseguente trasferimento della proprietà dell’immobile all’Erario dello Stato, nella disponibilità del Ministero del Tesoro. Un elemento che il Comune non avrebbe adeguatamente considerato prima di adottare l’ordinanza di demolizione. Nel ricorso è stato inoltre evidenziato come l’unità immobiliare sia da tempo occupata da un terzo soggetto, che vi risiede stabilmente con il proprio nucleo familiare. Il destinatario del provvedimento, dunque, non avrebbe mai avuto la concreta disponibilità del bene né la possibilità di intervenire sulle opere contestate. Secondo i giudici amministrativi, l’ordinanza è stata emanata in assenza di un’adeguata istruttoria e senza una corretta individuazione del soggetto responsabile, violando i principi di buon andamento e correttezza dell’azione amministrativa. Da qui la decisione di annullare il provvedimento comunale. La sentenza rappresenta un richiamo forte per l’amministrazione di Ardea, chiamata ora a rivedere procedure e controlli in materia edilizia, soprattutto in contesti complessi come quelli che coinvolgono beni confiscati e passaggi di proprietà allo Stato. Un caso che riaccende il dibattito sulla gestione del territorio e sulla necessità di un’azione amministrativa più attenta e puntuale.






