lunedì, Dicembre 15, 2025

“Elementi facilmente verificabili”

l Tribunale amministrativo regionale del Lazio ha nuovamente bacchettato il Comune di Ardea per la gestione del procedimento che ha portato all’emanazione dell’ordinanza di demolizione poi annullata. Nelle motivazioni della sentenza, i giudici hanno evidenziato come l’amministrazione comunale non abbia tenuto conto di elementi fattuali facilmente verificabili, neppure dopo la presentazione di una formale istanza di autotutela, rimasta priva di qualsiasi riscontro. Un atteggiamento che, secondo il Tar, si è protratto anche successivamente all’intervento cautelare dello stesso Tribunale, che aveva espressamente invitato il Comune a riesaminare la vicenda alla luce della reale titolarità dell’immobile e della sua effettiva disponibilità. Invito rimasto, di fatto, inascoltato. I giudici amministrativi hanno ribadito un principio consolidato: in assenza di una disponibilità attuale e concreta del bene, viene meno la legittimazione passiva del soggetto destinatario dell’ordine di demolizione. Un presupposto essenziale che, nel caso di specie, non risultava sussistere e che rendeva l’ordinanza comunale viziata alla radice. Alla luce di tali considerazioni, il Tar del Lazio ha accolto il ricorso, dichiarando l’illegittimità del provvedimento e disponendone l’annullamento. Con la stessa sentenza, il Comune di Ardea è stato condannato al pagamento delle spese di lite, quantificate in 2.500 euro oltre accessori di legge, mentre le spese sono state compensate nei confronti del controinteressato, non costituitosi in giudizio. Una pronuncia che evidenzia criticità nell’azione amministrativa dell’ente e che richiama la necessità di maggiore attenzione nella verifica dei presupposti giuridici e fattuali prima dell’adozione di atti così incisivi.

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