Civitavecchia si conferma protagonista nella ricerca ambientale e sanitaria a livello nazionale: la città portuale è stata scelta come caso-studio dimostrativo nell’ambito del progetto “Sostenibilità per l’ambiente e la salute dei cittadini nelle città portuali in Italia”. Il programma, che coinvolge anche Genova, Ancona, Bari e Brindisi, punta a valutare in modo scientifico l’inquinamento generato dalle attività portuali e il suo impatto sulla salute della popolazione, con l’obiettivo di individuare strategie di mitigazione efficaci. Per quanto riguarda Civitavecchia, i ricercatori hanno adottato il software Bottom Up Harbor (BUH), che applica metodologie europee di riferimento, per mappare in maniera dettagliata le emissioni generate dalle navi, distinguendo tra tipologia di unità e fase operativa. L’analisi consente di evidenziare le specificità del porto di Civitavecchia, distinguendo tra traffico crocieristico e commerciale, e considerando anche la stagionalità delle attività portuali. Parallelamente, è stata condotta una valutazione dell’esposizione della popolazione agli inquinanti atmosferici più rilevanti, tra cui PM10, PM2.5 e NO2. Lo studio ha utilizzato modelli additivi generalizzati (GAM) con risoluzione spaziale molto alta, pari a 100 metri per 100 metri, permettendo di individuare la variabilità dell’inquinamento anche su piccola scala, e fornendo dati preziosi per futuri interventi di tutela della salute pubblica. L’iniziativa rappresenta un passo significativo per Civitavecchia, che diventa un laboratorio scientifico nazionale capace di combinare analisi ambientale e studi epidemiologici, offrendo strumenti concreti per ridurre l’impatto delle attività portuali sul territorio e sui cittadini. I risultati completi del progetto sono attesi entro la fine del 2025 e serviranno come riferimento per altre città portuali italiane.
Civitavecchia laboratorio nazionale per lo studio dell’impatto ambientale dei porti






