Doveva essere la mossa per blindare il numero legale, si è trasformata nell’ennesima fotografia di una maggioranza in affanno. Lo spostamento del Consiglio comunale in orario mattutino, scelta che di fatto ha reso più difficile la partecipazione dei cittadini e ostacolato l’attività dell’opposizione, non ha prodotto l’effetto sperato. Al contrario, l’aula rimasta vuota ha certificato ancora una volta la fragilità numerica che da tempo caratterizza l’amministrazione comunale. Il tentativo di forzare i tempi e le modalità della seduta, nel tentativo di garantirsi una presenza minima sufficiente a far partire i lavori, è naufragato di fronte all’assenza dei numeri necessari. Un fallimento che, secondo le critiche mosse dai banchi dell’opposizione, conferma una situazione di stallo ormai strutturale: una maggioranza incapace di assicurare continuità all’azione amministrativa e di offrire una prospettiva politica chiara alla città. L’immagine dell’aula deserta diventa così il simbolo di una fase di evidente stagnazione. Non solo sul piano dei rapporti consiliari, ma anche sul terreno della progettualità e della visione per il futuro di Cerveteri. La difficoltà nel garantire il numero legale si traduce in un rallentamento dell’attività istituzionale e in una paralisi che rischia di riflettersi sui problemi concreti della comunità.Mai come in questa occasione, osservano i critici, torna attuale la celebre massima di Totò: «È la somma che fa il totale». E a Cerveteri, almeno per ora, quella somma continua a non tornare.






