mercoledì, Dicembre 17, 2025

Delitto Mollicone, colpo di scena in aula, parla Mottola: “Siamo innocenti”

“Io sono e siamo innocenti. Non abbiamo nulla a che vedere con la morte di Serena. Non l’abbiamo uccisa, picchiata, immobilizzata e confezionata con il nastro adesivo e con il fil di ferro, non l’abbiamo trasportata a Fontecupa”. In aula, nel processo d’appello bis, il colpo di scena. Rilascia dichiarazioni spontanee Franco Mottola, accusato dell’omicidio di Serena Mollicone, insieme al figlio Marco e alla moglie Annamaria. L’ex comandante dei Carabinieri di Arce esprime solidarietà alla famiglia della 18enne, chiede l’assoluzione, parla di una campagna di colpevolezza. Attacca la stampa. Nega di aver depistato le indagini. Bolla come false, cattive e illogiche le dichiarazioni del brigadiere Santino Tuzi, morto suicida nel 2008. Fu proprio Tuzi a raccontare ai magistrati, per poi ritrattare, di aver visto la mattina del Primo Giugno del 2001 Serena entrare nella caserma dei carabinieri di Arce.
La scena del crimine, secondo la Procura. La 18enne tramortita al culmine di un litigio da Marco Mottola contro una porta e poi soffocata, la ricostruzione dell’accusa.
Per una strana coincidenza, le dichiarazioni di Mottola senior precedono le deposizioni di due testi chiave per il procuratore generale: Gaetano Evangelista, comandante dei carabinieri di Arce dal 2004, colui che iniziò a indagare sulle ultime ore di vita di Serena e sulla caserma. E poi uno dei militari che assistette all’interrogatorio di Tuzi nel 2008.

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