Il piano di sviluppo sostenibile dell’aeroporto di Roma Fiumicino si conferma uno dei progetti infrastrutturali più strategici per il futuro dell’Italia. Secondo uno studio realizzato dal centro di ricerca in Strategic Change “Franco Fontana” dell’Università Luiss Guido Carli, il Masterplan dello scalo potrebbe generare fino a 70 miliardi di euro di valore aggiunto complessivo per il Paese e attivare circa 300.000 nuovi posti di lavoro entro il 2046. La ricerca mette inoltre in evidenza come ogni anno di ritardo nell’attuazione del progetto comporterebbe un costo stimato di circa 2 miliardi di euro per il sistema economico nazionale, sottolineando l’urgenza di procedere con la realizzazione degli interventi previsti. Un dato che rafforza il peso strategico dell’opera, non solo per il Lazio ma per l’intero Paese. Il Masterplan, presentato da Aeroporti di Roma (ADR), società del Gruppo Mundys che gestisce gli scali di Fiumicino e Ciampino, prevede investimenti per circa 9 miliardi di euro, interamente autofinanziati. L’obiettivo è adeguare la capacità del principale hub aeroportuale italiano a una domanda di traffico stimata in circa 100 milioni di passeggeri annui entro il 2046, anno di scadenza della concessione. Importante anche l’impatto occupazionale. Già nella fase di costruzione, che dovrebbe concludersi entro il 2033, il progetto è destinato a generare benefici concreti: sono previste circa 10.000 nuove posizioni lavorative, con ricadute positive lungo tutta la filiera economica collegata, dai servizi alle imprese dell’indotto. Numeri che confermano come lo sviluppo dell’aeroporto di Fiumicino rappresenti una leva fondamentale per la crescita sostenibile, la competitività internazionale e l’occupazione, proiettando il principale scalo italiano verso le sfide del futuro.






