venerdì, Dicembre 26, 2025

Natale di solidarietà, torna il tradizionale pranzo della Comunità di Sant’Egidio

Anche quest’anno, nel giorno di Natale, si rinnova a Roma il tradizionale pranzo organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, un appuntamento ormai simbolo di accoglienza e solidarietà rivolto alle persone più fragili della città. Nella Basilica di Santa Maria in Trastevere, cuore storico della Comunità, anziani soli, persone senza fissa dimora, poveri e famiglie in difficoltà vengono accolti attorno a una tavola imbandita, trasformando uno dei luoghi più rappresentativi della capitale in una grande casa aperta a tutti. Fin dalle prime ore del mattino, volontari di ogni età si sono messi all’opera per allestire gli spazi, preparare i pasti e organizzare l’accoglienza degli ospiti, molti dei quali arrivano accompagnati da chi li segue durante l’anno nei servizi di assistenza e di sostegno. Il pranzo non è soltanto un momento di ristoro, ma soprattutto un’occasione di incontro, ascolto e condivisione, pensata per restituire calore umano a chi vive situazioni di solitudine o di marginalità. L’iniziativa non si limita al centro storico: in numerosi quartieri di Roma, dalle periferie alle zone più centrali, altri pranzi e momenti di festa vengono organizzati in parrocchie, centri di accoglienza e spazi messi a disposizione dalla Comunità. Un impegno che si estende a livello nazionale, coinvolgendo un centinaio di città italiane e permettendo complessivamente a circa 80mila persone di sedersi a tavola nel giorno di Natale. Il clima che si respira è quello di una festa semplice ma intensa, fatta di piatti tradizionali, brindisi, canti e piccoli doni, ma soprattutto di relazioni. Per molti degli ospiti, il pranzo rappresenta l’unico momento di celebrazione condivisa delle festività, un segno concreto di attenzione e vicinanza in un periodo dell’anno che può accentuare il senso di esclusione. In vista della conclusione del Giubileo della speranza, il Natale della Comunità di Sant’Egidio vuole lanciare anche quest’anno un messaggio forte e chiaro: non dimenticare gli ultimi, costruire legami di solidarietà e promuovere una cultura di pace. Un gesto che, ripetuto da decenni, continua a ricordare che la festa nasce dall’incontro e dalla capacità di prendersi cura gli uni degli altri.

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