Un importante tassello si aggiunge al percorso di valorizzazione del patrimonio storico e culturale di Viterbo. Lo spazio polifunzionale della Chiesa di Santa Maria in Gradi sarà infatti accessibile già dal 2026, con l’obiettivo di una piena fruibilità entro la fine del 2027. L’annuncio è arrivato nel corso del sopralluogo effettuato ieri mattina all’Università degli Studi della Tuscia, alla presenza della rettrice Tiziana Laureti e del deputato Mauro Rotelli, presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera. «Si tratta di un risultato significativo – hanno sottolineato Laureti e Rotelli – frutto di un lavoro corale e di una forte volontà istituzionale di restituire alla città un bene di straordinario valore storico e culturale». Alla visita hanno partecipato anche il professor Alvaro Marucci, la direttrice generale Alessandra Moscatelli, l’architetta Cristina Ricci e il consigliere regionale Giulio Zelli, a testimonianza di una collaborazione trasversale tra istituzioni accademiche, politiche e tecniche. La Chiesa di Santa Maria in Gradi, complesso monumentale di grande rilievo per la storia di Viterbo e oggi parte integrante del campus universitario, è al centro di un articolato intervento di recupero e rifunzionalizzazione. Il progetto mira a trasformare l’edificio in uno spazio polifunzionale destinato ad accogliere eventi culturali, conferenze, attività didattiche e iniziative aperte alla cittadinanza, rafforzando il legame tra l’Ateneo e il territorio. Durante il sopralluogo sono stati illustrati lo stato di avanzamento dei lavori e le fasi successive dell’intervento, che consentiranno una prima apertura al pubblico nel 2026, con una progressiva estensione delle attività fino al completamento definitivo previsto per il 2027. Un percorso graduale che punta a garantire la tutela del bene monumentale e, allo stesso tempo, la sua piena valorizzazione funzionale. Il recupero di Santa Maria in Gradi rappresenta non solo un investimento sul patrimonio storico-artistico, ma anche un’opportunità di crescita culturale e sociale per Viterbo, che potrà contare su un nuovo spazio di aggregazione e produzione culturale nel cuore della città. Un progetto che conferma il ruolo centrale dell’Università della Tuscia come motore di sviluppo e valorizzazione del territorio.






