venerdì, Dicembre 26, 2025

Tarquinia celebra il Giubileo: a Palazzo dei Priori la mostra sui Sacchetti e un secolo di storia della Chiesa

Sarà visitabile fino al 28 febbraio 2026, nelle sale del Palazzo dei Priori di Tarquinia, la mostra “100 anni di Giubileo. I Sacchetti e i Papi. Una famiglia al servizio della Chiesa. I Grandi Fatti del Novecento in Fotografia”, un’esposizione di alto valore storico e culturale organizzata dalla Società Tarquiniense d’Arte e Storia (Stas) e curata dal giornalista e scrittore Andrea Cotticelli. L’inaugurazione è in programma alle ore 17,30 e segna idealmente la conclusione del Giubileo 2025, offrendo al pubblico un percorso di memoria che attraversa oltre un secolo di storia ecclesiastica e civile. La mostra nasce come naturale prosecuzione della donazione alla Stas del dipinto di Francesco Blasetti “Pius XI P.M. Portam Sanctam Aperit AN. JVB. MCMXXV” (Roma, 1925), avvenuta il 14 dicembre 2024 in occasione dell’apertura dell’Anno Santo e del centenario dell’opera. Il celebre quadro raffigura l’apertura della Porta Santa del Giubileo del 1925 da parte di Papa Pio XI, alla presenza della Corte Pontificia. In primo piano spicca la figura del Marchese Giovambattista Sacchetti, Foriere Maggiore dei Sacri Palazzi Apostolici, già presidente della Stas e personaggio centrale della vita istituzionale e culturale tarquiniese, al quale è intitolata la Sala Sacchetti del Palazzo dei Priori. Il Palazzo stesso è profondamente legato alla famiglia Sacchetti: fu donato nel 1978 alla Stas dal Marchese Giulio Sacchetti, figlio di Giovambattista e Delegato Speciale della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano. Un gesto che suggella un legame profondo tra Tarquinia, la Stas e una delle famiglie più rappresentative della storia della Chiesa tra Otto e Novecento. L’esposizione presenta oltre 100 fotografie inedite provenienti dalla collezione privata di Andrea Cotticelli ed è articolata in dieci sezioni tematiche. Il percorso racconta, attraverso immagini di rara suggestione e documenti storici, il rapporto privilegiato tra la famiglia Sacchetti e il Papato, rendendo omaggio ai Marchesi Giovambattista e Giulio Sacchetti, protagonisti assoluti della storia della Stas e testimoni diretti dei grandi eventi del Novecento. Di antica origine fiorentina e citata persino nella Divina Commedia di Dante, la famiglia Sacchetti si trasferì a Roma nel XVI secolo, divenendo banchiere della Curia e consolidando nel tempo un rapporto indissolubile con la Santa Sede. Dal 1794 al 1968 i Marchesi Sacchetti ricoprirono senza interruzioni la prestigiosa carica di Foriere Maggiore dei Sacri Palazzi Apostolici, entrando di diritto nella storia della cosiddetta Nobiltà Nera romana. Figura centrale del Novecento fu il Marchese Giovambattista Sacchetti (1893-1974), che servì cinque Papi, da Benedetto XV a Paolo VI, e che nel 1932 fu insignito da Pio XI del titolo di Marchese di Baldacchino. Dopo la soppressione della Corte Pontificia con il Motu Proprio Pontificalis Domus del 1968, la tradizione di servizio alla Santa Sede proseguì con il figlio Giulio Sacchetti (1926-2010), unico laico chiamato da Paolo VI a restare ai vertici dell’amministrazione vaticana. Per oltre trent’anni, dal 1968 al 2001, Giulio Sacchetti ricoprì l’incarico di Delegato Speciale della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano, svolgendo un ruolo chiave nella gestione civile dello Stato e partecipando, tra l’altro, alla custodia dei Conclavi del 1978. Grazie a fotografie, documenti e testimonianze di straordinario valore, la mostra offre uno sguardo privilegiato sui Grandi Fatti del Novecento, sulle cerimonie papali e sui retroscena della vita vaticana, raccontando oltre cinque secoli di servizio ininterrotto alla Chiesa. La cura scientifica dell’esposizione è affidata ad Andrea Cotticelli, giornalista professionista e autore di saggi storici, specializzato in Storia moderna e contemporanea e profondo conoscitore della Roma pontificia. Il suo lavoro restituisce a Tarquinia una mostra di grande spessore, capace di coniugare rigore storico, valore documentale e forte impatto narrativo, inserendosi a pieno titolo tra gli appuntamenti culturali più significativi del territorio.

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