venerdì, Dicembre 26, 2025

Torna a Roma dopo un secolo la Bibbia di Borso d’Este

Torna a Roma, dopo oltre un secolo, uno dei più grandi capolavori dell’arte rinascimentale italiana, la Bibbia di Borso D’Este, in occasione di un evento speciale, ‘Et vidit Deus quod esset bonum’ una tra le ultime delle grandi mostre d’arte del Giubileo, visitabile fino al 16 gennaio 2026 nella sala Capitolare della Biblioteca del Senato ‘Giovanni Spadolini’ in piazza della Minerva a Roma. Questa Bibbia è considerata una delle più alte testimonianze dell’arte libraria di tutti i tempi. La mostra è promossa dal Senato della Repubblica in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero della Cultura, le Gallerie Estensi, il Commissario Straordinario per il Giubileo e l’Istituto dell’Enciclopedia Treccani. Il manoscritto fu realizzato tra il 1455 e il 1461 per volontà del duca Borso d ‘Este , signore di Ferrara, Modena e Reggio, dal calligrafo Pietro Paolo Marone e dai miniatori Taddeo Crivelli e Franco dei Russi. Composto da due volumi in pergamena finemente decorati, unisce la raffinatezza ornamentale, l’ispirazione religiosa e l’abilità artistica che rivelano l’intensità simbolica della scuola ferrarese. Conservato nella Biblioteca Estense universitaria di Modena, esposto solo in rarissime occasioni per la sua fragilità e dal valore inestimabile, l’esposizione romana celebra non solo la bellezza del manoscritto ma anche la storia della sua riscoperta e della sua restituzione alla collettività. Nel 1923 l’imprenditore Giovanni Treccani decise di acquistare la Bibbia di Borso D’Este salvandola dalla dispersione del mercato internazionale, fu il ministro della Pubblica Istruzione Giovanni Gentile che convinse Treccani a farsi carico dell’acquisto dell’opera per restituirla al patrimonio dello Stato italiano. La donazione venne formalizzata proprio a Palazzo della Minerva il 3 novembre 1923,da allora la Bibbia è parte integrante del fondo della Biblioteca Estense di Modena, simbolo di un mecenatismo culturale tra i più significativi del Novecento.

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