lunedì, Dicembre 29, 2025

Manovra al traguardo: taglio delle tasse al ceto medio, pace fiscale e misure per lavoro e imprese

La legge di bilancio arriva all’ultimo miglio. Questa sera alla Camera è atteso il voto di fiducia, mentre domani dovrebbe arrivare il via libera definitivo al disegno di legge, al termine di un percorso complesso che ha portato la manovra a crescere dai 18,7 miliardi iniziali a circa 22 miliardi di euro. Un aumento ottenuto mantenendo saldi invariati, con l’obiettivo dichiarato di tutelare i conti pubblici e consolidare la fiducia dei mercati. Tra le misure principali spicca il taglio delle tasse per il ceto medio. La riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33% per i redditi fino a 50mila euro rappresenta la “misura regina” del provvedimento e il secondo passo del percorso avviato lo scorso anno con la riforma fiscale. Accanto a questo, prende forma una nuova stagione di pace fiscale: con la rottamazione quinquies sarà possibile sanare le cartelle esattoriali dal 2000 al 2023, relative a imposte e contributi non versati, attraverso un piano di pagamento fino a nove anni, con 54 rate bimestrali e un tasso di interesse fissato al 3%. Sul fronte delle coperture, il contributo complessivo di banche e assicurazioni sale a oltre 12 miliardi di euro, un miliardo in più rispetto alle previsioni iniziali. Per gli istituti di credito è prevista una riduzione della deducibilità delle perdite pregresse, mentre per l’Irap l’aumento del 2% viene modulato escludendo i soggetti con minore base imponibile e introducendo una franchigia di 90mila euro per gli anni d’imposta 2027 e 2028. Novità anche sul fronte delle assicurazioni e della finanza. Dal 2026 aumenta al 12,5% l’aliquota sulle polizze Rc auto per i rischi di infortunio al conducente e di assistenza stradale. Raddoppia la Tobin Tax: l’imposta sulle transazioni finanziarie passa allo 0,2% sui mercati regolamentati e allo 0,4% negli altri casi, mentre sale allo 0,04% l’aliquota sulle negoziazioni ad alta frequenza. Ampio spazio è dedicato al sostegno alle imprese. Vengono prorogate fino al 30 settembre 2028 le agevolazioni per gli investimenti legati alla Transizione 4.0 e 5.0, con aliquote potenziate fino al 180% per gli investimenti di minore entità. Stanziati inoltre 1,3 miliardi per rifinanziare il credito d’imposta Transizione 4.0 e oltre 500 milioni per le aziende della Zes unica. Dal 2028 è prevista anche l’introduzione di una ritenuta d’acconto per le imprese, inizialmente allo 0,5%, che salirà all’1% dal 2029. Capitolo lavoro: vengono estesi ai contratti rinnovati nel 2024 i benefici della tassazione agevolata al 5% sugli incrementi retributivi, a partire dal 2026, con una platea ampliata ai redditi fino a 33mila euro. Una manovra articolata, che punta a coniugare riduzione del carico fiscale, sostegno a famiglie e imprese e rigore nei conti pubblici. Ora l’ultima parola spetta al Parlamento, chiamato a chiudere definitivamente il percorso nelle prossime ore.

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