martedì, Dicembre 30, 2025

Lazio, meno contratti stabili. Cgil: “Lavoro sempre più precario”

“Dall’aggiornamento del rapporto annuale sulle comunicazioni obbligatorie non emergono segnali incoraggianti per il Lazio e per Roma. I dati relativi al triennio 2022-2024 confermano infatti un ricorso ancora molto elevato ai contratti a tempo determinato e di breve durata, con un’intensità nettamente superiore alla media nazionale. Nel 2024, mentre a livello nazionale le attivazioni risultano sostanzialmente stabili e le cessazioni tendono ad aumentare, nel Lazio si registra una diminuzione di entrambe: i contratti passano da 1.970.647 attivazioni e 1.867.274 cessazioni nel 2023 a 1.876.816 attivazioni e 1.817.532 cessazioni nel 2024. Il saldo occupazionale rimane positivo (+27.510 persone), ma si riduce drasticamente rispetto al 2023, quando era pari a +59.148, e non si traduce in una maggiore stabilità lavorativa. Al contrario, segnala un rallentamento complessivo del mercato del lavoro. Prosegue inoltre il calo dei contratti a tempo indeterminato, che scendono dal 18% del 2009 all’8,3% del 2024, accompagnato da una riduzione anche del numero di persone coinvolte. “Il lavoro nel Lazio continua a essere sempre più precario e discontinuo”, afferma il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio Natale Di Cola.
I dati, che smentiscono la propaganda del Governo, mostrano gli effetti della legge di bilancio dello scorso anno e indicano che la manovra attualmente in discussione non migliorerà in alcun modo la situazione, perché non investe nella creazione di occupazione di qualità né nello sviluppo del Paese. “Siamo convinti che il Comune di Roma, dove si concentra circa il 75% delle nuove assunzioni dell’intera Regione Lazio, debba aprire una discussione sul proprio modello di sviluppo”, conclude Di Cola, “a partire dalla questione salariale, promuovendo una conferenza cittadina sul tema.”

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