martedì, Dicembre 30, 2025

Trump e Netanyahu avvertono Hamas: “Disarmo o la pagherà”. il presidente Usa minaccia anche l’Iran: “Nuovo attacco se riprenderà il programma nucleare”

Tutto come da copione: sull’ormai consumato palcoscenico di Mar-a-Lago Donald Trump si è presentato come il più strenuo sostenitore di Benjamin Netanyahu e ha lanciato moniti contro l’Iran e le sue ambizioni di riarmarsi e contro Hamas, che ha messo in guardia dal violare le disposizioni previste nel piano di pace per Gaza. Dallo stesso podio da dove ventiquattr’ore prima aveva parlato con Volodymyr Zelensky, il presidente americano ha avvertito Teheran in modo inequivocabile: “Spero che non stiano tentando di riarmarsi, perché se lo facessero, non avremmo altra scelta che eliminare quel riarmo molto rapidamente”, che si tratti di impianti nucleari o di missili balistici. Trump ha anche minimizzato le notizie di tensioni con il primo ministro. Israele ha “rispettato il piano” per Gaza, ha affermato, aggiungendo di “non essere preoccupato per nulla di ciò che Israele fa”. Poi ha puntato il dito contro Hamas e ha ribadito che il suo disarmo – uno dei punti della seconda fase del piano per Gaza – è necessario. “Se non si disarmeranno come si sono impegnati a fare” ed “entro un tempo relativamente breve, pagheranno un prezzo elevato”, ha minacciato. L’ala armata di Hamas, tuttavia, ha ribadito che “non rinuncerà” alle sue armi “finche’ l’occupazione continuerà”. Netanyahu, che ha descritto il suo incontro con il Presidente come “molto produttivo”, ha approfittato della sua visita per conferire a Donald Trump la più alta onorificenza civile del Paese, una prima assoluta per un non israeliano. “Non abbiamo mai avuto un amico come il presidente Trump alla Casa Bianca”, ha osservato. Israele “potrebbe non esistere” senza la leadership dimostrata da Benjamin Netanyahu dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023, ha riconosciuto il presidente degli Stati Uniti. L’incontro tra i due è stato il quinto negli Stati Uniti dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca e prima di lui Netanyahu era stato a colloquio con il Segretario di Stato americano Marco Rubio e quello alla Difesa americano Pete Hegseth. Washington vuole accelerare il fragile accordo di cessate il fuoco in vigore da ottobre nella Striscia di Gaza. La transizione alla seconda fase, che include il disarmo di Hamas, il graduale ritiro dell’esercito israeliano da Gaza, l’istituzione di un’autorità di transizione e il dispiegamento di una forza internazionale di stabilizzazione nel territorio palestinese, è in stallo. Secondo Axios, Washington intende annunciare la creazione di un governo palestinese di tecnocrati come autorità di transizione per Gaza già a gennaio, ma oggi Trump si è limitato a esprimere la speranza che la “ricostruzione” possa iniziare presto. Uno degli obiettivi del viaggio di Netanyahu era quello di sottolineare il “pericolo rappresentato dall’Iran” e dal suo programma missilistico balistico, “non solo per il Medio Oriente, ma anche per gli Stati Uniti”. Si tratta di un “tentativo di fabbricare un nuovo casus belli” contro l’Iran dopo “la questione nucleare”, analizza Sina Toossi, ricercatrice presso il Center for International Policy (CIP) di Washington. L’Iran “potrebbe comportarsi male” cercando di riarmarsi, ma rimane interessato a un accordo con Washingtone oggi Teheran ha denunciato un clima di pressione “psicologica” e ha minacciato Israele di “conseguenze più gravi” in caso di un altro attacco, dopo quello di giugno.Trump ha anche espresso la speranza che Netanyahu possa “raggiungere un’intesa” con il nuovo presidente siriano ed ex jihadista, Ahmad al-Sharaa, dopo gli attacchi israeliani al confine siriano e contro Hezbollah in Libano. Immediata la risposta dell’Iran. “Qualsiasi aggressione contro l’Iran incontrerà una “dura risposta immediata”. E’ il monito lanciato da un consigliere politico di spicco della Guida Suprema del regime di Teheran dopo che Donald Trump ha  minacciato di “sradicare” qualsiasi tentativo di ricostruire il programma nucleare iraniano. “La capacità missilistica e la difesa dell’Iran non sono contenibili nè basate su autorizzazioni. Qualsiasi  aggressione incontrerebbe una dura risposta immediata, al di là dell’immaginazione dei suoi pianificatori”, ha scritto Ali Shamkhani su X. Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha chiesto di “dare ascolto alle legittime rivendicazioni di chi manifesta”, dopo che per il secondo giorno consecutivo a Teheran ci sono state proteste nel bazar e nelle zone centrali contro le difficolta’ economiche, le forti oscillazioni della valuta iraniana e il carovita.”Ho chiesto al Ministro degli Interni di ascoltare le legittime richieste dei manifestanti, avviando un dialogo con i loro rappresentanti, affinché il governo possa fare tutto il possibile per risolvere i problemi e agire in modo responsabile”, ha affermato Pezeshkian, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Irna.”Il sostentamento della popolazione e’ la mia preoccupazione quotidiana. Abbiamo in programma misure fondamentali per riformare il sistema monetario e bancario e preservare il potere d’acquisto della popolazione” ha aggiunto il Presidente in un post su X.Ieri commercianti nella capitale hanno “chiuso o parzialmente chiuso i loro negozi” e le persone si sono radunate “scandendo slogan di protesta contro il tasso di cambio e la situazione economica”, riporta l’agenzia Irna. Immagini e video rilanciati su X mostrano manifestanti che marciano nel mercato e in strada, urlando frasi anti-regime e incoraggiando altri a unirsi a loro. I Guardiani della Rivoluzione islamica sono in stato di massima allerta a Teheran da ieri, hanno riferito fonti interne del gruppo d’opposizione Mek (Mojahedin del Popolo Iraniano).Tra le proteste a Teheran c’e’ stata quella di un gruppo di commercianti di telefoni cellulari in un centro commerciale che ieri ha chiuso brevemente i negozi per manifestare contro “le forti fluttuazioni del tasso di cambio e i danni causati al mercato della telefonia mobile”.

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