mercoledì, Dicembre 31, 2025

Fiumicino, il basket come memoria e crescita: il racconto di Tommaso Alongi

Ci sono carriere che si misurano con le statistiche e altre che si raccontano attraverso i ricordi. Quella di Tommaso Alongi, giocatore della Supernova Fiumicino impegnata nel campionato di DR1, appartiene senza dubbio alla seconda categoria: un percorso fatto di crescita personale, momenti complessi, amicizie profonde e palazzetti che, con il tempo, diventano una seconda casa. Ripensando alla partita più bella della sua carriera, Alongi non ha esitazioni: «Con la Stella Azzurra nel 2019». Una gara rimasta impressa non solo per il risultato, ma per il significato che ha avuto nel suo cammino sportivo. «Ero in una fase di grande crescita e quella partita ha rappresentato una tappa importante del mio percorso», racconta, sottolineando come certe prestazioni valgano più di una vittoria, perché segnano la consapevolezza di essere sulla strada giusta. Non manca l’onestà quando si parla dei momenti più difficili. La partita più brutta, ammette, è stata «contro Veroli quest’anno». Una gara condizionata dal peso delle aspettative e da un lungo periodo di inattività: «Sono sceso in campo con molta pressione addosso e non sono riuscito a esprimermi come avrei voluto». Un passaggio complicato, ma parte integrante della crescita di ogni atleta. Tra i compagni di squadra, il più forte per Alongi è Giovanni Ferretti, con cui è cresciuto all’Alfa Omega: «Oltre al talento, ci lega una grande amicizia che si riflette anche in campo». Un’intesa costruita nel tempo, capace di fare la differenza nei momenti decisivi delle partite. Guardando agli avversari, il nome che spicca è quello di Matteo Visintin della Honey, definito da Alongi «un giocatore completo, intenso e molto difficile da contenere». Una sfida continua, di quelle che mettono davvero alla prova il livello e la maturità di un giocatore. Fondamentale, nel racconto di Alongi, è anche la dimensione dello spogliatoio. Il compagno più simpatico è senza dubbio Lorenzo Zizzo: «Abbiamo iniziato insieme da bambini nei Boys 90. Con lui si ride sempre e l’intesa è naturale». Un’amicizia di lunga data che rende il basket qualcosa di più di un semplice sport. Parlando di allenatori, Alongi sceglie di non indicarne uno solo, ma tre figure chiave del suo percorso. Giulio Perini, per la crescita tecnica e la comprensione del gioco; Dimitri Sementilli, per l’insegnamento del valore del gruppo e del lavoro comune; ed Emanuele Zarantonello, per l’aspetto umano e affettivo: «Una figura fondamentale per la mia formazione e per la passione per il basket». Tra i palazzetti che lo hanno emozionato di più, spicca il Taliercio di Venezia, vissuto durante il Torneo Zanatta: «Un impianto storico, con un’atmosfera incredibile». Ma il sogno, guardando al futuro, è anche un ritorno alle origini: «Mi piacerebbe tornare a giocare al Palazzetto dello Sport di Fiumicino, dove tutto è iniziato quando avevo 5 anni. Sarebbe come chiudere il cerchio». Ed è proprio questa immagine a raccontare meglio Tommaso Alongi: un giocatore che guarda avanti senza dimenticare da dove è partito, con il basket come filo conduttore non solo di una carriera sportiva, ma di un’intera crescita personale.

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